sabato 29 dicembre 2007

La storia di Campiglia Marittima


Campiglia si trova a circa 210 s.l.m., in quella parte del territorio toscano che, nei secoli scorsi, veniva generalmente chiamato “Maremma Pisana”. Il paese occupa uno dei contrafforti del Monte Calvi, dalla parte che guarda il mare e forma due prominenze distinte: la Rocca (dove viveva la classe che deteneva il potere politico e militare) e il Poggiame (popolato dal basso ceto).
In genere si parla di Campiglia come paese medievale ma secondo Isidoro Falchi è molto probabile che Campiglia derivi da Campus Pilae, cioè da essere stato quel luogo provvisto di polle d’acqua, e quindi anche di pozze o vasche, come realmente è. Nelle vicinanze di Campiglia si trovano anche sorgenti termali.
Campiglia fu anche terra degli Etruschi, che ne sfruttarono le risorse minerarie: testimonianze di questo sono i forni della Madonna di Fucinaia, che servivano probabilmente per il trattamento del minerale di rame.
Non si hanno documenti anteriori al 1004, ma è molto probabile che ai Conti della Gherardesca sia dovuta l’iniziativa dell’incastellamento (tra i tanti castelli che esistevano intorno al Mille quello di Campiglia è il più grande e quello che occupa la posizione più sicura, per cui sembra che esso abbia originato tutti gli altri). Forse è stato uno dei più antichi castelli della famiglia Gherardesca, fondato fino dai primi anni della sua comparsa nella Maremma, probabilmente fino dal secolo VIII.
Il castello passò nel 1159 all’Arcivescovo di Pisa, quindi alla Repubblica Marinara, che ne fece un’importante Capitania adibita a sorvegliare la costa e la zona mineraria, fino al 1406, anno in cui ci fu la conquista da parte di Firenze, che vedeva nel castello di Campiglia un eccezionale presidio operativo per intraprendere la guerra contro la città di Pisa. I fiorentini mantennero la forma della Capitania e fino al 1509 ristrutturarono le mura castellane e le porte, rifornirono gli arsenali di armi e munizioni e incrementarono il numero dei soldati.
Nel 1509 i Fiorentini sconfissero i Pisani nella battaglia di San Vincenzo e da quel momento diminuì l’interesse per il castello di Campiglia. Firenze continuava a tenere almeno in parte guarnita la Rocca, ma solo per essere pronto contro l’irrequietezza dei senesi e specialmente per difendere la costa dai Turchi.
Da questo momento la comunità di Campiglia, pur sotto il dominio fiorentino, è retta esclusivamente da famiglie locali (Consiglio dei Quaranta) e anche l’importanza strategico – militare va scemando, fino al punto che nel 1664 il terreno dentro le mura castellane della Rocca viene affittato come terreno agricolo (nel 1631 c’era stata la peste bubbonica che aveva notevolmente ridotto la popolazione: da 646 a 316).
L’Ottocento rappresenta il secolo del massimo splendore: Campiglia assunse il primo posto fra le città vicine per lo sviluppo culturale, sociale ed economico: era il centro più popoloso (aveva nel 1845 3057 abitanti, più di Grosseto e più di Piombino). Qui c’era l’Ospedale (50 posti letto), la Pretura, il Teatro, il Carcere mandamentale, gli uffici di notaio e avvocato. La Maremma trovava qui il suo confine fra la zona insalubre e le bonifiche degli anni 1834 e 1864 resero la sua pianura fertile ed aperta all’arrivo di una nuova popolazione, anche perché a Campiglia, vista l’altitudine, era minore il rischio di contrarre la malaria (verso la metà dell’Ottocento furono costruite 100 nuove case).
In epoca recente, invece, lo sviluppo industriale ha cambiato le cose.

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