venerdì 26 dicembre 2008

Certosa di Pisa e Tenuta San Rossore


Qui vi è posto uno dei più grandiosi monasteri d'Italia, fondato nel Trecento ma completamente ricostruito nel secolo XVII. Il vastissimo edificio comprende vari ambienti fra cui una chiesa barocca ricca di affreschi e di sculture, l'elegante Chiostrino Capitolare e il suggestivo Chiostro Grande recinto da arcate e ornato al centro da una bellissima fontana. Eccoci poi alle strade che volgono verso ovest, in direzione del mare. Fra queste strade e la costa tirrenica si estendono tre magnifiche zone boscose. La più ampia ed interessante è la Tenuta di San Rossore che prese il nome da una chiesetta (di cui rimangono le rovine) dedicata nel Medioevo al Santo martire Rossore. Essa si distende su un territorio di circa 3.000 ettari e, oltre ad immensi boschi di pini e di querce attraversati da meravigliosi viali popolati di cinghiali, lepri, daini, fagiani, racchiude vaste praterie, campi, villaggi e persino un moderno ippodromo chiamato “Pista degli Escoli”. I più importanti “personaggi” curiosi della “Tenuta” sono i dromedari, un tempo numerosissimi ed ora ridotti pochissimi esemplari.

giovedì 18 dicembre 2008

San Piero a Grado


E' una frazione di Pisa, qui si trova uno dei più insigni ed antichi monumenti pisani. La basilica, isolata in mezzo alla campagna, sorge nel luogo ove, secondo la tradizione, sarebbe sbarcato San Pietro giungendo in Italia. E difatti, a quei tempi, l'Arno sfociava nel “Sinus Pisanus” proprio a questo punto, c'erano dei gradini per salire dall'approdo alla riva. Per questo la chiesa prese il nome di “San Piero e Grado”. D'aspetto rude e austero, la basilica ci mostra nel suo grandioso interno una serie di affreschi sulla vita di San Pietro e il luogo esatto in cui il Santo pose piede a terra alla fine del suo lungo viaggio dalla Palestina.

domenica 14 dicembre 2008

Vicopisano in Pisa


E' questa una storica cittadina raccolta attorno ad un pittoresco colle svettante di cipressi e di torri, fra cui notiamo la bella Torre dell' Orologio, il Torrione delle quattro Porte e l'ardita Torre del Mastio. Queste torri assieme alle mura, oggi diroccate, facevano parte delle fortificazioni erette per i Fiorentini dal grande architetto Brunelleschi dopo che il borgo fu tolto ai Pisani con un lungo assedio nel 1407. del periodo comunale, Vicopisano conserva un'austera Pieve costruita nel secolo XI ed un Palazzo Pretorio. Questa è una zona prevalentemente pianeggiante, cosparsa di operosi centri , alcuni dei quali conservano nobili testimonianze della loro vita di un tempo!

sabato 13 dicembre 2008

Il Natale a Suvereto


Dal 20 dicembre al 6 gennaio il Comune e varie associazioni di Suvereto organizzano una mamifestazione a carattere natalizio, con incontri,tornei sportivi, animazioni sia per adulti che per bambini, assaggi di cibi e prodotti natalizi mostre, concerti ed altro ancora.
Per tutti sono da segnalare:

21 dicembre a partire dalle 15,30 circa: "Il laboratorio creativo - c'è un regalo per te", mentre dalle 18,00 un gruppo equestre farà una fiaccolata.

24 dicembre dale ore 15,00: Babbo Natale nel borgo, giochi in piazza, Torneo "Tennis della padella", spettacolo di giocoleria e clowneria, teatrino puppets.

27 Dicembre: presepe vivente dei bambini e spettacolo degli sbandieratori alle ore 16,00.

28 dicembre ore 15,00: giochi e animazioni per ragazzi e esibizione di tiro con l'arco.

31 dicembre dalle ore 23,00: grande spettacolo itinerante di musica e animazione in piazza, fuochi d'artificio e specialità gastronomiche per tutta la notte.



3 gennaio dalle ore 15,00: giornata della lettura presso il Museo di Arte Sacra, mostra di prodotti artigianali, concerto di beneficienza a cura del Coro Interparrocchiale di Piombino per le associazioni Fly e Emergency.

4 gennaio dalle 15,00: animazioni, tombola, tiro con l'arco.

5 gennaio dalle 16,00 alle 21,00: animazione per bambini e giovani.

6 gennaio ore 15,00: La Befana in piazza a cura dell'Associazione Emergency e Costruire Insieme. Presso il Museo di arte sacra "La bambola alla nonna di Suvereto".

mercoledì 10 dicembre 2008

Pontedera città medievale


Cittadina di origine medievale così chiamata perchè estesa presso la confluenza del Fiume Era nell'Arno. Pontedéra, patria delle “Vespe” (le notissime motorette che corrono su ogni strada d'Italia e di molti Paesi stranieri) è attraversata in tutta la sua lunghezza dal Corso Matteotti, che guida alla Piazza Curtatone in cui sorge il bel Palazzo Pretorio. Attorno vi sono ubertose campagne alle quali fanno da cornice a nord i ridenti colli delle Cerbaie. Chi mai direbbe che su queste terre, oggi fertilissime e fittamente abitate, stagnassero un tempo le acque di un'immensa palude? Si trattava della famosa palude detta di “Fucecchio”; e fu solo nel medioevo che la Repubblica Fiorentina risanò quella piana acquitrinosa, scavando molti canali attorno al corso dell'Arno. Qua attorno, si ricorda ancora, una delle tante alluvioni con cui l'Arno ruppe i suoi argini dilagando nella pianura.

martedì 9 dicembre 2008

Le Balze Volterra


Ai limiti dell'abisso, solitaria e già diroccata, la badia di San Salvatore attende la fine con i resti pericolanti della sua chiesa, ma con il chiostro ancora intatto, col refettorio del monastero ancora illuminato dagli affreschi che narrano la vita di San Giusto e di San Clemente. Davanti allo sfacelo delle Balze, ci viene il desiderio di qualcosa di solido. Tornati sui nostri passi, troviamo ciò che cerchiamo nell'ampio prato che si apre in fondo al viale Francesco Ferrucci. Sono gli avanzi del Teatro Romano, tornati di recente alla luce dopo lunghi lavori di scavo. E così troviamo anche l'anello che congiunge, nella storia della città, la Velathri etrusca alla Volterra medioevale. E' l'anello della Volterrae romana, che dopo aver ceduto all'assedio di Silla fu, per secoli, fedele “municipim” dell'Impero di Roma.

venerdì 5 dicembre 2008

Chiusi la città etrusca


Chiusi è una piccola cittadina, è l'antica e potente lucumonia etrusca di Charms sulla quale regnò Porsenna, il famoso Re che assediò Roma e che Muzio Scevola tentò di uccidere. Diventata romana col nome di Clusium ed in seguito capitale di un ducato longobardo. Chiusi decadde a poco a poco nel Medioevo, seguendo le sorti di Siena e di Firenze. Oggi, sulla sommità del suo colle, che svetta nel massiccio campanile del bel Duomo romanico, Chiusi è una quieta cittadina raccolta nelle memorie del suo passato; un passato di cui rimangono interessantissime testimonianza negli oggetti raccolti dal Museo Archeologico e, soprattutto, nelle numerose tombe etrusche che costellano le campagne dei dintorni della città. La più interessante di queste tombe, tutte scavate nel tufo e ravvivate da affreschi, è quella della “Scimmia”, così chiamata perchè fra le pitture che ornano le pareti delle sue camere si nota l'immagine di una scimmia. Tra le molte cose interessanti da visitare c'è anche il labirinto di Porsenna, formato da gallerie sotterranee che formano un labirinto. Sono state create queste gallerie in epoca etrusca per raccogliere l'acqua piovana. E' possibile vedere sotto il campanile lì vicino numerosi pozzi che risalgono all'epoca romana.
Articolo di Granello

giovedì 4 dicembre 2008

Pescia e il turismo


Capoluogo della Valdinievole. È un fiorente ed industre cittadina che vanta origini romane e che conserva insigni ricordi del periodo in cui fu lungamente contesa fra Lucca e Firenze. Passeggiando per le sue vivaci strade (un po' al di qua e un po' al di là del torrente Pescia, che divide la cittadina in due parti) possiamo visitare: il Duomo, affiancato da un massiccio campanile del Trecento e con un interno arricchito da opere d'arte fra cui il bel Mausoleo di Baldassarre Turini, la duecentesca Chiesa di San Francesco, che custodisce pregevoli affreschi di Bicci di Lorenzo e la celebre tavola di San Francesco, dipinta da Bonaventura Berlinghieri solo dopo nove anni la morte del Santo; la Chiesa di Sant'Antonio, anch'essa con affreschi di Bicci di Lorenzo; e infine la lunga e caratteristica Piazza Mazzini, centro di Pescia, dove sorgono il Palazzo del Vicario, decorato da stemmi, e il bell'Oratorio della Madonna di Piè di Piazza. Si può notare che tutta questa simpatica cittadina pulsa di opifici, di filande. Ma c'è un'altra attività, assai importante, anche se silenziosa, di cui Pescia va giustamente fiera. E' quella della coltivazione delle viti, degli ulivi, degli asparagi e, soprattutto, dei fiori. Non si può lasciare la cittadina senza prima aver visto il Mercato dei Fiori, dove d'estate si svolge il più attivo commercio floreale d'Italia. I fiori, specialmente garofani, provengono dai vivai lungo la Valle del Pescia, che ne producono quasi 150 milioni all'anno.

mercoledì 3 dicembre 2008

Chianciano Terme


E' uno dei più celebri centri di cura d'Italia. Le sue sorgenti idrominerali, utilizzate da grandi stabilimenti, sono indicatissime per la cura delle malattie del fegato. Anche se già note fin dall'antichità (si dice che persino Porsenna le conoscesse) le acque di Chianciano divennero famose in tutto il mondo solo all'inizio del nostro secolo. Per questo si può notare che la cittadina ha un aspetto moderno, con i suoi lussuosi alberghi, le sue ville e i suoi eleganti viali attorno al magnifico Parco delle fonti. Il più lungo di questi viali unisce Chianciano terme all'antico borgo di Chianciano, che sorge in ariosa posizione su un colle, con vari edifici del Medioevo e con un interessante “Museo archeologico delle Acque” con numerosi reperti archeologici ed etruschi. Interessante è il “Museo d'Arte Sacra” che si trova presso il Palazzo dell'Arcipretura. La più bella chiesa di Chianciano è senza dubbio è il Tempio della Madonna della Rosa. Vi sono per i turisti interessati molti percorsi nelle campagne che fanno assaporare panorami molto suggestivi; denominati da ampie vallate che fanno scorgere qui e là castelli o magnifiche rocche o ancora antichissime chiese. Portandoci così ad una visita per esaudire la nostra curiosità.

San Quirico d'Orcia


Antichissimo borgo ed oggi importante centro agricolo che vanta, fra altri edifici del Medioevo, una Collegiata romanica del secolo XII con tre magnifici portali. Ancora oggi la struttura urbanistica è medioevale, gran parte della cinta muraria è ancora ben integra. Sono ben visibile tra tutte quattordici torri, e ancora visibili rimangono due porte della cinta muraria. E' panoramica la visione del cono dell'Amiata, l'immensa, meravigliosa montagna, ammantata di castagneti e di faggeti, che si innalza sul confine tra la nostra provincia e quella di Grosseto. Già sappiamo qualcosa delle sue ricche miniere di mercurio, delle sue fresche sorgenti che alimentano gli acquedotti di Siena e di Grosseto. Da qualche tempo, però l'Amiata è anche assai frequentata da villeggianti durante il periodo estivo e da comitive di sciatori durante l'inverno. Ai piedi della bella montagna si trova l'Abbadia San Salvatore. Come prima menzionato, la sua importanza agricola ha dato merito all'iniziativa della famosa manifestazione della “festa dell'olio” che si svolge ogni anno nel mese di Dicembre; e deriva da olive extravergini della zona. Appena fuori da San Quirico d'Orcia c'è il castello che è di proprietà privata un tempo apparteneva alla famiglia Salimbeni, passando poi nel tempo alla famiglia Piccolomini Clementini, che fino ad oggi tiene il castello con cura e parsimonia.

Lo splendido Monteriggioni in provincia di Siena


Comune in provincia di Siena, sorge in una zona collinosa, bagnata dai torrenti Staggia ed Elsa, e comprende le frazioni di Abbadia a Isola, Basciano, Castellina, Scalo, Santa Colomba e Strofe. E’ centro ad economia agricola ed industriale. Prevalentemente presenta un'economia agricola e pastorale, allevamento di bestiame e produzioni di legname e carbone, di oli e soprattutto di vini (il famosissimo Chianti)caratterizzano questo borgo. La risorsa principale economica rimane sempre il turismo. Questo borgo è talmente bello che ha ospitato numerosissimi set di film (tra gli altri il Gladiatore) e tantissimi spot pubblicitari. Potrete inoltre trovare delle aziende artigiane che lavorano marmo,legno e ceramiche Anticamente Monteriggioni, fu fortezza senese ai confini col territorio di Firenze; la sua cerchia di mura duecentesche, di cui è composto il castello con 14 torri solo in parte conservate, ispirò a Dante una similitudine con le figure dei giganti incatenati nell’Inferno. Esso è la principale fonte di richiamo per il turismo. Dall'atmosfera medioevale, qui vengono organizzati durante l'anno numerosi eventi. Ha una propria stazione ferroviaria sulla linea Empoli-Siena.

Asciano


Comune in provincia di Siena, a 25 chilometri dal capoluogo, su un’altura nell’alta valle dell’Ombrone, non lontano dalla riva sinistra del fiume. Citato già nel secolo IX come feudo dei conti della Scialenga, fu acquistato dai Senesi nel 1215, venne da questi fortificato e divenne oggetto di aspra contesa fra Siena e Firenze. Oggi è centro agricolo e commerciale. Vi sono notevoli monumenti come la chiesa romanica di S.Agata e quelle gotiche di S.Francesco e di S.Agostino. tipica dell’arte senese, la fontana del sec. XV in Piazza del Grano, Stazione ferroviaria propria, sulle linee per Siena, Grosseto, Chiusi, e Monte Oliveto Maggiore.
E' uno storico borgo medioevale con un'insigne Collegiata romanica, dall'alto campanile merlato, prima citata e un Museo d'Arte Sacra che raccoglie pregevoli pitture senesi di Matteo di Giovanni, di Taddeo di Bartolo, del Barna, di Ambrogio Lorenzetti e del “Maestro dell'Osservanza” Pietro di Giovanni d'Ambrogio.

martedì 2 dicembre 2008

Colle di Val D'Elsa


E' patria del grande architetto Arnolfo di Cambio. Essa si compone di due parti: Colle Alto, o Borgo, che si eleva sopra un poggio, e Colle Basso, adagiata in pianura. C'è differenza tra l'austera quiete di San Gimignano e l'animazione di questo centro pulsante di traffici e di industrie. Qualcuno ha scritto che gli abitanti di Colle hanno il “bernoccolo” del lavoro. E difatti furono proprio due fiorenti industrie, quella della carta, a dare sviluppo all'antica borgata medioevale che poi divenne sede vescovile e fu dichiarata “città”. Oggi, alle nobili attività artigiane di un tempo, si sono sostituite a Colle numerose industrie moderne fra cui prevalgono le vetrerie. I commerci, vivacissimi, trovano il loro sfogo nel pittoresco mercato del venerdì, che vede la vasta Piazza Arnolfo di Cambio gremita di mercanti e di bancarelle con prodotti d'ogni genere. Visitata, a Colle Basso, l'artistica Chiesa di S.Agostino, saliamo a Colle Alto, che conserva il suo aspetto di borgo medioevale specialmente nella caratteristica Via del Castello, preceduta da un'arcata che si apre sotto il bellissimo Palazzo Campana. Raggiunta Piazza del Duomo (dove sorgono il Palazzo Pretorio e il Duomo, che conserva pregevoli opere d'arte) Via del Castello procede con un altro tratto di edifici e di torri medioevali fra cui si erge la Casatorre di Arnolfo di Cambio, del Duecento.

Collodi e il famoso Parco di Pinocchio


Collodi, patria del celebre autore di “Pinocchio”, dove ci appare lo spettacoloso giardino della Villa Garzoni, uno dei più belli della Toscana, animato da statue, da terrazze, da grotte, da fantasiosi giochi d'acqua che scorrono in mille zampilli e cascatelle con aiuole e siepi di mirto. Di fronte al giardino, c'è l'originalissimo Monumento a Pinocchio sorto nel 1954 col contributo di tutti i bambini del mondo. Esso comprende la statua di “Pinocchio con la Fata”, opera dello scultore Emilio Greco, l'”Osteria del Gambero Rosso”, spiritosa e bizzarra, e la “Piazzetta dei Mosaici”, così chiamata perchè recinta da un muro di varia altezza su cui sono riprodotte, con smaglianti mosaici, alcune scene del famosissimo libro. “Scalando” il muro è forse il vero modo di entrare nella piazzetta dei mosaici, inventata con estro e con amore, pietra su pietra, da Venturino Venturi. Essa ha già avuto il nome di “Piazzetta magica” per quell'improvviso effetto che crea a sorpresa, di bizzarro mondo incantato delle favole. La prima sorpresa dei mosaici è quella di trovare le avventure ed i personaggi incredibili, vecchi amici, che riempono le pagine del famoso libro. Percorrendo, subito da sinistra all'ingresso, ecco la stanza aperta da cui scappò Pinocchio, la capretta sullo scoglio in riva al mare tempestoso, il carabiniere con la prigione dove andò a finire il burattino; l'albero degli zecchini; la ragnatela e il paese Acchiappacitrulli, l'Omino più largo che lungo, tenero e untuoso come una palla di burro, che condusse Lucignolo e Pinocchio nel Paese dei Balocchi. Sull'altro lato, Geppetto che intaglia il pezzo di legno; il paese attraverso cui scappa Pinocchio; il Grillo Parlante schiacciato sul muro con una martellata; poi la Volpe e il Gatto nell'Osteria del Gambero Rosso, dove il Gatto, sentendosi gravemente indisposto di stomaco non potè mangiare che trentacinque triglie in salsa di pomodoro e quattro porzioni di trippa alla parmigiana. E ancora, la Volpe e il Gatto ridotti a chiedere l'elemosina. Sul lato seguente: il cane Alidoro che salvò il burattino, con i carabinieri sullo sfondo; il Pescatore Verde con la padella; Geppetto nel ventre del pescecane; Mangiafuoco con i burattini; gli assassini nella notte che aspettano tra gli alberi Pinocchio per derubarlo; il girotondo dei Bambini di tutto il mondo nel Paese dei Balocchi. Nell'ultimo lato: tre dottori: Corvo, Civetta e Grillo; la Chiocciola paziente con la scala che doveva scendere per portare le vivande a Pinocchio; la Fatina; il Serpente che scoppiò a ridere; il burattino fra le maschere Arlecchino e Pulcinella.

Cutigliano comune di Pistoia


E' un gaio ed accogliente centro di villeggiatura che ci mostra un bel Palazzo Pretorio del Trecento ornato dagli stemmi dei Capitani della Montagna. Da Cutigliano un'audace funivia ci porta, in pochi balzi, fino al Poggio della Doganaccia, da cui è facile proseguire fino al piccolo Lago di Scaffaiolo, che azzurreggia in una conca erbosa ai piedi del Monte Cupolino. La strada principale, poi, si inoltra nella magnifica Foresta dell'Abetone. Eccoci nella Selva di Boscolungo, fitta di faggi, di larici, di pini e di abeti colossali. Ma già alle cupe cortine dei boschi si alternano dolci pendii prativi disseminati di case, di ville, di rifugi, di alberghi. Siamo, ormai, al famoso Passo dell'Abetone, sul confine con l'Emilia, dove due piramidi di pietra ci ricordano che questo valico fu aperto nel 1777 dai sovrani di Modena e di Toscana. La località dell'Abetone, ebbe origine da un enorme abete che fu abbattuto allorchè fu costruita la strada che valica il “Passo” omonimo. Questa strada, a sua volta, fu per qualche tempo chiamata con due nomi: Via Ximenes, nel tratto da Pistoia al Passo, e Via Giardini, nel tratto dal Passo a Modena, Ximenes e Giardini furono i costruttori dei due tratti di strada, aperti dal 1766 al 1788. E' frequentatissima sia d'Estate che d'Inverno: l'Estate da villeggianti che possono godersi in santa pace il refrigerio delle selve o compiere interessanti escursioni verso le cime circostanti, e l'Inverno da folle di sciatori che vi trovano numerosi impianti di seggiovie, slittovie e sciovie per salire il più in alto possibile.
Articolo di Granello

lunedì 1 dicembre 2008

Istruzioni pubblicazione comunicati stampa

Ecco le semplici istruzioni per poter pubblicare i vostri comunicati stampa su toscana-turismo
Inviate un email con la richiesta a info@izzyweb.it con oggetto:
" Comunicati stampa toscana turismo "
Indicando l'email per recapito dell'invito.
Gli articoli devono parlare di eventi, manifestazioni, e aziende legate al turismo in Toscana (Hotel, agriturismo, ristoranzione)
Ci sono tre semplici regole da rispettare:
1) I testi devono essere il più possibile originali, non copiati da altri siti. Pubblicare testi identici danneggierebbe sia noi che il vostro sito. Basta fare anche piccole modifiche al testo originale.
2) I post devono essere accompagnati da almeno un immagine o foto, per rafforzare l'articolo stesso. Potete inserire le immagini direttamente dal form, a dimensione fissa piccola.
3) Ovviamente gli articoli devono rispettare il regolamento di Blogger.
Prendete pure tutto il tempo che volete per pubblicare l'articolo, cercando di dargli un aspetto gradevole, per facilitare l'utente a una lettura veloce e scorrevole.
Per qualsiasi domanda non esitate a scriverci.

domenica 30 novembre 2008

E' aperta la Sagra di Suvereto


Da oggi è ufficialmente aperta a Suvereto (prov. Livorno) la 41a edizione della Sagra, che durerà fino a domenica 14 dicembre.
Sono in programma, per le prossime settimane, numerosi eventi, sia enogastronomici che folcloristici che culturali.
- Venerdì 5 dicembre convegno storico sulla figura di Arrigo VII al museo d'arte sacra. La sera "cena con i cinghialai" (su prenotazione"
- Sabato 6 dicembre al mattino convegno sui centri storici minori. Nel pomeriggio quadrangolare di tennis, sfilata e canti sardi. Ore 17,30 combattimento medievale e sbandieratori. Ore 19,30 cena del camperista.
- Domenica 7 dicembre nel pomeriggio e in serata musica, concerti, tennis e combattimenti medievali.
- Lunedì 8 dicembre nel pomeriggio corteo storico e combattimento con spade medievali infuocate. Cena tipica su prenotazione.

- Martedì 9 dicembre: presentazione del libro "Come in America. La Maremma e la Frontiera" di Tiziano Arrigoni.
- Mercoledì 10 dicembre giornata dell'UNICEF
- Venerdì 12 dicembre cena tipica su prenotazione.
- Domenica 14 dicembre gran finale: nel pomeriggio esibizione degli sbandieratori e musici della compagnia S. Croce di Suvereto, combattimento con spade medievali infuocate e auguri di Buon Natale...

Contemporaneamente alla Sagra sono allestite in paese anche due mostre d'arte:
- Nel Chiostro di San Francesco: opere del pittore Daniele Govi e degli scultori Fulvio Ticciati e Flavio Melani.
- Nel Museo di Arte Sacra: mostra di incisioni origionali del maestro Giovanni Fattori.

venerdì 28 novembre 2008

Video: Giro turistico di Calenzano

Giro turistico di Calenzano, con veduta aerea di tutta la valle. Molto bella.

La città termale Montecatini


E' una festosa città-giardino accanto alla quale si estende un immenso bosco che raggruppa i meravigliosi parchi della zona termale. Anche le sue acque curative, già note dal Medioevo, hanno cominciato ad essere sfruttate con varie terme sotto i Granduchi di Toscana, si può dire che Montecatini abbia soltanto pochi decenni di vita. Fa pensare come il piccolo borgo di mezzo secolo fa si è trasformato in questa elegantissima città con spaziose vie rettilinee e con centinaia di lussuosi alberghi e di pensioni che possono ospitare, durante la stagione delle cure, fino a 100.000 forestieri. Questo sviluppo prodigioso è dovuto alla realizzazione di una grandiosa e perfetta attrezzatura turistica. Qui ci sono numerose sorgenti di acque minerali, efficacissime per curare le malattie del fegato, dello stomaco, dell'intestino, del ricambio. Ci sono già, attorno a queste sorgenti, alcune terme. Ma per accogliere più gente ne sono state costruite di nuove, molto grandi e belle. Ci si è preoccupati di dare un alloggio come si deve a chi viene qui per curarsi; e cioè alberghi comodi e accoglienti, dotati di ogni conforto moderno. Inoltre, gli ospiti che hanno bisogno di distrarsi e di divertirsi un po' troveranno sale da ballo, teatri, cinema, campi da tennis e piscine. C'è anche un ippodromo per le corse al trotto e si organizzano campionati, tornei, festival, mostre d'arte, sfilate di moda. E' favorevole il clima, così dolce, poi, con l'aggiunta di questo panorama così ridente e luminoso, cosa altro può mancare a Montecatini Terme per offrire ai suoi ospiti un soggiorno ideale? Non manca proprio nulla a questa città che è stata definita “il giardino della salute”. Passeggiando per i viali del suo splendido parco biancheggiano i sontuosi edifici delle “Terme”: il monumentale Tettuccio, la Regina, l'Excelsior, le Terme Leopoldine raccolte intorno a una grandiosa vasca per le cure dei bagni e dei fanghi; e le sue ampie vie sono fiancheggiate da bellissimi negozi, da bar, da ristoranti, da luoghi di ritrovo; passeggiando per il magnifico Viale Verdi, che è l'arteria principale della città, sempre animata dal passeggio di migliaia di forestieri che si godono il sole fra una cura e l'altra. In fondo al viale, al di là del parco, si staglia nel cielo azzurro uno scenario di poggi cosparsi di ville, fra cui domina il Colle di Montecatini Alto. Si può salire lassù con una passeggiata a piedi o, se vogliamo, con una funicolare.
Articolo di Granello

giovedì 27 novembre 2008

La bellissima Pienza in provincia di Siena


Sempre in provincia di Siena, ma verso ovest, appare sopra ad una altura, un'affascinante cittadina; essa è Pienza. Deve il suo nome e la sua singolare bellezza al grande papa umanista Pio II (Enea Silvio Piccolomini, che a Pienza nacque nel 1405), e al genio dell'architetto fiorentino Bernardo Rossellino. Prima del Quattrocento, infatti, Pienza non era che un modesto borgo chiamato Corsignano. Fu Pio II che, pensando di farne una città, affidò i lavori al Rossellino, il quale realizzò il progetto in pochi anni , ispirandosi agli ideali architettonici di quel secolo. Si può aver modo di ammirarlo, radunandosi attorno all'armoniosa Piazza Pio II: lo stupendo Palazzo Piccolomini, che racchiude un elegante cortile, un giardino pensile con una magnifica loggia e vari saloni con sontuosi arredi; la Cattedrale, pure creata dal Rossellino, con un luminoso interno che conserva bellissimi dipinti e sculture di Sano di Pietro, di Matteo di Giovanni, del Vecchietta e dello stesso Rossellino; il Palazzo Comunale con portico e torre; l'austero Palazzo Vescovile e, infine, la Palazzina della Canonica con un Museo che raccoglie pregevoli quadri, arazzi e oggetti sacri fra cui il prezioso piviale di Pio II donato delle stesso Papa. Altri edifici del Quattrocento, come il Palazzo Ammannati e la gotica Chiesa di San Francesco, fiancheggiano la Via del Corso, che procede fino a una “Porta” oltre la quale potrai raggiungere, in breve, la vecchia Pieve di Corsignano, rude costruzione del Duecento, vigilata da un curioso campanile cilindrico.
Articolo di Granello

mercoledì 26 novembre 2008

Montepulciano a Siena


La favolosa Toscana, apprezzata non solo dagli italiani, ma anche dagli stranieri offre ai turisti posti bellissimi e indimenticabili. Per chi decide di visitarla, si consiglia di vederla interamente perchè non rimarrete delusi. Montepulciano è situata nella parte meridionale della Provincia di Siena, costellata da alture delle Valli dell'Orcia e dell'Ombrone dominate, a sud, dalle grandi masse montuose dell'Amiata e del Cetona. E' una nobile cittadina fondata, secondo la leggenda, dall'etrusco re Porsenna. Nel Medioevo partecipò fieramente, come libero Comune, alle lotte tra Firenze e Siena. Celebre per i suoi vini, che fecero esclamare al poeta Redi: “Montepulciano d'ogni vino è il re!”, Montepulciano si gloria inoltre di aver dato i natali a uno dei più grandi poeti del Rinascimento: Angelo Ambrogini, detto il Poliziano perchè, un tempo, la città si chiamava “Mons Politianus”. A proposito del Rinascimento, Montepulciano è considerata “la perla” di questo splendido periodo dell'arte italiana. Ed è facile capirne il motivo allorchè, entrati in città per la Porta al Prato, cominciamo a salire la bella via Roma, fiancheggiata da monumentali costruzioni del Cinquecento fra cui il Palazzo Avignonesi, il Palazzo Cocconi, la rinascimentale Chiesa di Sant'Agostino, il Palazzo Venturi. Di seguito per Via Cavour e Via Poliziano, ecco ancora il magnifico Palazzo Cervini creato dal grande architetto Sangallo; il Palazzo Grugni e la gotica Chiesa di Santa Maria dei Servi. Usciamo poi sulla Piazza Grande, centro della città, anch'essa recinta da mirabili edifici quali il turrito Palazzo Comunale e l'austero Palazzo Contucci, il maestoso Palazzo Tarugi e il gotico Palazzo del Capitano, quest'ultimo fronteggiato da un grazioso pozzo rinascimentale. Domina fra questi palazzi la mole del Duomo, anch'esso del Cinquecento, che ci mostra il suo interno una finissima scultura funebre del Michelozzo e il grande dipinto dell'Assunzione di Taddeo di Bartolo. Altre interessanti opere d'arte del Sodoma, di Andrea della Robbia, le troviamo raccolte nel Museo Civico del Palazzo Neri-Orselli. Poco fuori dall'abitato, lungo il Viale delle Rimembranze, ecco infine il maestoso gioiello della Chiesa di San Biagio, capolavoro di Sangallo il Vecchio, una delle più armoniose creazioni dell'architettura italiana del Rinascimento. Salendo sulla torre del Palazzo Comunale di Montepulciano si gode di un ottimo panorama, si estende su gran parte del territorio senese.
Articolo di: Granello

domenica 16 novembre 2008

l'Eremo nella roccia di Calomini Lucca


l'Eremo di Calomini situato a ridosso di uno strapiombo roccioso e scavato quasi interamente nella roccia, il santuario venne edificato dove si narra dell'apparizione della Madonna ad una ragazza del luogo intorno all'anno Mille. L'eremo si trova immerso in un ambiente verdeggiante e risale all'XI secolo. Negli anni successivi furono eseguiti dei lavori di ampliamento, soprattutto nel '700, quando la comunità dei monaci andava moltiplicandosi. Nel 1914 l'eremo passò ai Cappuccini di Lucca, che tuttora lo gestiscono e ne curano le attività. Interessanti sono il coro ligneo, l'ambone e i confessionali; nella Sacrestia è conservato anche un grande stipo in legno, opera di Luca Pini e Antonio Corti di Trassilico. I monaci gestiscono anche un'erboristeria attigua all'eremo. La sacra immagine, abbozzata in una statua di legno di salice, ancora esistente e oggetto di devozione, viene venerata col nome di Madonna della Penna. Ai primi del Settecento venne realizzato il doppio colonnato della facciata e allargata la grotta per accogliervi la sacrestia. Gli eremiti di Calomini ne hanno avuto cura per cinque secoli, fino al 1868, ed ora la custodia è affidata ai padri cappuccini di Lucca. Una simpatica curiosità: adiacente all'eremo vi è una piccola e graziosa trattoria, denominata dell'Eremita, anch'essa interamente costruita nella roccia. La bella Garfagnana è ancora conservatrice di medievali ricordi...

venerdì 10 ottobre 2008

L'Eremo di Santa Caterina (Rio nell'Elba)

L'eremo di Santa Caterina è una bella chiesa risalente al XVI secolo (anche se l'aspetto attuale è settecentesco) restaurata dall'associazione "Amici di Santa Caterina", dopo un lungo periodo di abbandono.

L'edificio si trova presso Rio nell'Elba, nella zona orientale dell'Isola d'Elba. Vi si arriva lungo la strada asfaltata (indicata da un cartello stradale all'entrata del paese arrivando da Rio Marina o da Porto Azzurro) per poi lasciare l'auto in uno spiazzo e proseguire a piedi lungo un bel sentiero alberato.
Per quanto la chiesa sia piuttosto recente, la zona era stata fin dall'antichità e poi nel medioevo un terreno sacro. Un'apparizione di Santa Caterina di Alessandria e altri eventi miracolosi furono all'origine dell'attuale santuario, tradizionale meta di scampagnate da parte degli abitanti di Rio nell'Elba e di Rio Marina il Lunedì di Pasqua.
Presso la chiesa si trova l'Orto dei Semplici Elbano, un giardino botanico che raccoglie piante tipiche dell'Arcipelago Toscano, ad esempio quelle della macchia mediterranea, e piante endemiche come il fiordaliso di Capraia o il limonio dell'Elba.
Nel giardino si trovano anche antichi tipi di vitigno, caratteristici dell'Isola d'Elba, ed alberi da frutto.
L'orto botanico è visitabile in primavera, estate ed autunno, e vi vengono organizzate attività speciali per le scolaresche. Per maggiori informazioni: Sito dell'Orto dei semplici Elbano.

giovedì 2 ottobre 2008

Firenze museo archeologico nazionale


Il Museo Archeologico Nazionale di Firenze, istituito nel 1870 (e pertanto il più antico in Italia) nel Monastero di Foligno in via Faenza con le collezioni del "Museo Etrusco" (che comprendeva, però anche antichità greche e romane), dal 1880 è collocato nella sede attuale del secentesco Palazzo della Crocetta.

Gran parte delle collezioni conservatevi deriva dalle raccolte medicee e granducali, già esposte nella Galleria degli Uffizi.

Nel 1898 fu istituito il Museo Topografico dell’Etruria, una delle più importanti raccolte di materiali etruschi di tutto il mondo, frutto di scavi regolari effettuati a partire dalla seconda metà del secolo scorso, purtroppo distrutta dall’alluvione del 1966 e ancora non accessibile.

Al primo piano del Museo sono visitabili la sezione della scultura etrusca e romana in pietra e bronzo, dove sono esposti le grandi statue in bronzee della Chimera, dell’Atena di Arezzo (attualmente in restauro) e l’Arringatore. Nel corridoio mediceo che collega il Palazzo della Crocetta e la chiesa della SS. Annunziata è allestita parte della sezione glittica, comprendente la collezione dei cammei romani e rinascimentali; è visitabile anche il suggestivo affaccio sulla chiesa della SS. Annunziata, creato per permettere alla sorella di Cosimo II, Maria Maddalena, "malcomposta di membra", di assistere alle funzioni religiose senza essere vista. Sull’attiguo ballatoio dell’ex topografico sono esposte le oreficerie etrusche e romane delle Antiche Collezioni.
Museo
Via della Colonna, 38
50121 Firenze
Tel. 055-23575 – Fax 055-242213
Orario: dal 5 giugno 2000
lunedì 14.00-19.00;
martedì e giovedì 8.30-19.00;
mercoledì, venerdì, sabato e domenica 8:30-14:00
Biglietto: intero: € 4,00 - ridotto: € 2,00
Servizi: guardaroba, book-shop.

Museo archeologico di Firenze

lunedì 29 settembre 2008

Siena: Logge del papa


Le Logge del papa fu voluta dal ponteficie umanista Pio II Piccolomini per farne dono alla sua famiglia, che ancor oggi e sparsa in tutto il mondo. La Loggia fu ralizzata nel 1462 dall'architetto e sculore senese Antonio Federighi nelle tre eleganti arcate rinascimentali in travertino sorrette da colonne con capitelli corinzi; sull'architrave corre una scritta "PIUS II PONT MAX GENTILIBUS SUI PICCOLOMINEIS". Un monumento che ha sempre un suo fascino.
Link: Comune di Siena

Complesso Museale Santa Maria della Scala a Siena


Il vasto complesso di Santa Maria della Scala (350.000 metri cubi), uno dei primi esempi europei di xenodochio e ospedale, dopo l'esaurimento delle sue funzioni sanitarie, da alcuni anni è sottoposto ad un accurato restauro e recupero. Progressivamente, il grande edificio medievale sta aprendo al pubblico nuovi spazi destinati ad attività museali e culturali. Il progetto comprende anche l'organizzazione di numerose iniziative collegate alle esigenze, di studio e di ricerca e turistiche per una molteplicità di pubblici che sempre più stanno identificando il Santa Maria della Scala come un riferimento privilegiato per la cultura europea.
Link di approfondimento: Santa Maria delle Scala

domenica 24 agosto 2008

Portoferraio, una città medicea

Il capoluogo dell'Isola d'Elba, oggi conosciuto soprattutto per il suo porto, fu molte volte distrutta e ricostruita, finché nel 1548 Cosimo I de'Medici fece costruire le fortificazioni che ancora oggi caratterizzano il profilo della città vecchia, Forte Falcone (presso gli approdi dei traghetti), e Forte Stella, che sovrasta il centro storico sull'altro lato.
Le antiche mura cinquecentesche sono ancora in parte conservate, ad esempio nel tratto che va da Villa dei Molini (un tempo residenza di Napoleone, oggi museo) a Forte Falcone, in parte sono state distrutte o trasformate in abitazioni, come sulla suggestiva Calata Medicea, nel centro storico (il porticciolo attualmente utilizzato dalla maggior parte delle barche da diporto).

Chiudono la darsena medicea due torri, la torre del Gallo (sul lato rivolto verso la città nuova) e la torre della Linguella o del Martello, presso l'odierno museo archeologico della Linguella.
Uno stemma sull'arco della Porta a terra all'inizio del centro storico (la Porta a mare è oggi un arco all'interno di palazzi adibiti ad abitazione)ricorda ancora il periodo mediceo.
Salendo alla fortificazione del Forte Falcone, di struttura ampia e complessa, si possono notare le precauzioni prese nel Rinascimento per rendere difficoltoso l'attacco ai nemici, come una rampa in salita dall'andamento curvilineo e feritoie da cui poter sparare con gli archibugi.
Guardando il profilo di Portoferraio si potrà notare che non esistono alti campanili: era necessario, perché i nemici avrebbero potuto prenderli di mira con i cannoni!

La città era quindi una vera fortezza, adatta alla difesa sia dalla parte di terra che dalla parte di mare. Oggi è una cittadina turistica accogliente e ricca di servizi.
Oltre alle tracce dell'epoca medicea è possibile vedere anche quelle del periodo napoleonico: in esilio all'Isola d'Elba dal 3 maggio 1814 al 26 febbraio 1915 Napoleone visse a Portoferraio, e nonostante vi abbia abitato per meno di un anno lasciò sull'isola una fortissima impronta, portando in quella terra ancora assai arretrata una ventata di novità.
Dell'epoca napoleonica sono testimonianze principali le due ville dell'imperatore in esilio (Villa dei Mulini in Portoferraio e Villa San Martino, la sua casa di campagna) e il Museo della Misericordia presso l'omonima chiesa in Portoferraio, nel quale si trovano la maschera funeraria e il calco di una mano di Napoleone, rilevati quando egli morì a Sant'Elena.

mercoledì 14 maggio 2008

La storia di Pistoia


Antica città romana e medioevale, Pistoia possiede nel suo patrimonio artistico palazzi monumentali di varie epoche e diverse splendide chiese romaniche e gotiche.

È certamente di fondazione Romana (è citata nel II secolo a. C.), ma probabilmente esisteva un precedente insediamento etrusco.Importante oppidum (cittadella fortificata) sulla via Cassia, che collegava Roma con Lucca e Firenze, Pistoia in età romana fu destinata all'approvvigionamento delle milizie romane, e deve probabilmente il suo nome (Pistoria, Pistoriae o Pistorium), proprio a questo. In latino difatti "pistoria" indica il forno per il pane. E' possibile però che l'origine sia invece etrusca da "Pist" e "Oros", che significano porta e monte. La prima cinta muraria risale alla metà dell'VIII secolo ed era alta 14 metri.

La città fu sede vescovile, e conquista di Goti, Bizantini Longobardi e Franchi. Con il nuovo millennio Pistoia si avvia a diventare autonoma. Nel 1105 a Pistoia governavano i consoli, la più antica magistratura di istituzione democratica e nel 1158 il podestà arginò il potere del vescovo, il cui palazzo fortificato sorgeva presso la cattedrale.

Nel 1144 due pellegrini vi portano la reliquia di S. Jacopo, facendo della città tappa obbligata sul percorso della via Franchigena per coloro che si recavano a Santiago de Compostela. Proprio la conchiglia del pellegrino, uno degli attributi di S. Jacopo, è probabilmente rappresentato nello stemma della città, la scacchiera bianca e rossa con 36 pezzi, retta ai lati da due orsi (aggiunti successivamente a rappresentare il predominio di Pistoia sulla montagna).

La posizione di Pistoia alla confluenza dei grandi itinerari commerciali alimenta la sua vocazione commerciale, e soprattutto dal 1100, emerge un attivo ceto mercantile. I pistoiesi divennero famosi per le funzioni bancarie e finanziarie, anche a livello internazionale. Le famiglie più importanti del periodo sono i Panciatichi, i Chiarenti, gli Ammannati, i Partini, i Cancellieri.

All'inizio del '300 la città venne assediata da Firenze e Lucca. La resistenza dei Pistoiesi durò 11 mesi, ma dovettero cedere. Pistoia oscillò nelle mani dei lucchesi e dei fiorentini lungamente. Dal 1351 la città fu sottomessa a Firenze, alla quale resterà legata fino all’Unità d’Italia. L'assoggettamento a Firenze ed alle regole da questa dettate portò un lungo periodo di stagnazione. E' questo il momento storico che segna definitivamente Pistoia. Se la città avesse mantenuto la sua autonomia avrebbe avuto un futuro sicuramente diverso in termini di ricchezza e splendore. Ancora oggi c'è da chiedersi se il carattere della città e l'attitudine ombrosa dei suoi abitanti siano il frutto di vicende che si perdono lontane nel tempo. Verso la metà del 1300 poi un altro duro colpo: la peste quasi dimezzò la popolazione che passo da 11 a 6 mila unità. Passato il '300 venne eretta la terza cerchia muraria, visibile ancora oggi. Alta 15 metri era munita di torri e bastioni (il Bastione Ambrogi e il bastione Thyrion si vedono tuttora). La fortezza medicea di Santa Barbara era il punto di maggior presidio.
Fonte:Pistoia.cc

martedì 6 maggio 2008

Cornici fiorentine, capolavori artigiani


Artisti nella città d'arte per eccellenza: Firenze. Quasi un sogno, soprattutto una passione, per un'attività portata avanti negli anni. È la storia e l'attualità della famiglia Maselli, corniciai fiorentini che dal 1955 ricoprono un ruolo di rilievo in un settore dell'artigianato locale.

cornice_intagliata.jpgParlare con Gabriele Maselli, attuale titolare della bottega d'arte di via Ginori, è come sfogliare un libro di storia dell'arte. Dalle sue parole si impara che a fondare l'attività fu il padre Paolo nella metà del secolo scorso. Abili mani disegnavano, progettavano e poi intagliavano e lavoravano il legno proprio come i grandi maestri fiorentini. Un lavoro che appassiona, tanto che Gabriele ne rimase ammaliato e terminata la scuola media andava a far tirocinio metà giornata, mentre l'altra metà la trascorreva sui banchi della scuola di restauro di Palazzo Spinelli, dove negli anni è stato anche assistente dei docenti. Imparata l'arte, Gabriele Maselli ha ereditato la bottega, dove gli anni passano, ma gli strumenti utilizzati rimangono gli stessi dei maestri artigiani e la bellezza del lavoro, identica a quella di un cinquantennio fa.

I clienti non mancano, qui la crisi economica di altri settori fortunatamente non ha bussato. «Non mi posso lamentare - spiega Gabriele Maselli - in primis perché faccio il lavoro che amo, in una città straordinaria come Firenze e anche perché le cose non vanno male». Il novantanove per cento dei clienti sono privati, ma non mancano le istituzioni. «Abbiamo lavorato per il Vaticano, per gli Uffizi e per la Chiesa di San Lorenzo - sottolinea - visto che tra le nostre attività c'è anche il restauro di cornici le opportunità non mancano». L'altro aspetto particolare è legato alle produzioni. «Realizziamo cornici a richiesta, di ogni genere, intagliate, in pastiglia, tutte originali, ma anche riproduzioni di soggetti esistenti - spiega Maselli - E soprattutto il nostro cliente può seguire la lavorazione giorno dopo giorno, venendo in negozio o via internet, anche se siamo artigiani storici non abbiamo rinunciato alla tecnologia per quanto ci può servire». gabriele_maselli.jpg

A proposito di riproduzioni, una che spicca anche sul sito dell'azienda è quella del celebre Tondo Doni. «È un caso specifico di richiesta del cliente - prosegue Maselli - Avendo la riproduzione del quadro voleva anche la cornice e noi, ligi alla legge che vuole alcune differenze dall'originale per non creare un falso, l'abbiamo realizzata». Il futuro guarda all'estero. Il sito internet ha già una parte in inglese, alcuni contatti sono già avviati, e la voglia di esportare l'arte toscana nel mondo è un desiderio quasi irresistibile.

Info:
Maselli
Bottega d'arte
via Ginori 51r, 50123 Firenze
tel. 055 282142
info@cornicimaselli.com
www.cornicimaselli.com

Articolo tratto da : Firenzeturismo.itf

venerdì 2 maggio 2008

La Versilia: Pietrasanta, Forte dei Marmi, Seravezza e Stazzema.


La "vera Versilia" la Versilia Storica è compresa dagli attuali Comuni di Pietrasanta, Forte dei Marmi, Seravezza e Stazzema ed è delimitata da due fiumi.
La parte di territorio che tutti impropriamente chiamano Versilia, comunemente conosciuta come "Versilia Turistica" comprende anche i Comuni di Camaiore, Massarosa e Viareggio. L'insieme di questi Comuni si estende per circa 165 Kmq.; la costa, sabbiosa e con fondale basso, si sviluppa per 20 Km. e, le sue montagne raggiungono vette di 1800 m ed oltre. Questa zona è delimitata a nord dalla foce del Cinquale, ad est dal crinale delle Alpi Apuane, a sud dal Lago di Massaciuccoli e ad ovest dal Mar Ligure.

Il territorio è diviso, per la Versilia, nei comuni di Pietrasanta, Forte dei Marmi, Seravezza e Stazzema, mentre, per la parte restante, nei comuni di Camaiore, Massarosa e Viareggio. Tutti quanti appartengono amministrativamente alla provincia di Lucca. La Versilia è appartenente alla Diocesi di Pisa al contrario di Camaiore, Viareggio e Massarosa che fanno parte di quella di Lucca.
Articolo tartto da: Versilia.org

martedì 29 aprile 2008

Forte dei Marmi Lucca

Il territorio di Forte dei Marmi, nella Versilia, si estende per 9 kmq, tra il Cinquale e il confine comunale con Pietrasanta, al di là del quale si salda con il centro di Fiumetto.

Nel 1914 fu costituito in comune autonomo con la frazione omonima, staccata da Pietrasanta. Il primo sviluppo dell'area, a lungo terra paludosa pressoché disabitata, si ebbe nel XVI secolo, dopo che Michelangelo, per incarico di papa Leone X, tracciò la strada per il trasporto dei marmi dalle Alpi Apuane al mare: e appunto un pontile d'imbarco e un magazzino furono a lungo i soli edifici dell'insediamento.

Alla fine del Settecento, con le bonifiche leopoldine, la località cominciò a popolarsi di pescatori, operai del marmo e contadini. Nel 1788 fu portata a termine la costruzione del forte che avrebbe dato il nome alla comunità e nel corso dell'Ottocento crebbe l'industria dei marmi, con il conseguente aumento dell'attività portuale.

Il decollo di Forte dei Marmi è avvenuto comunque grazie al turismo, i cui timidi inizi sono collocabili verso la fine dell’ottocento, ma la cui rapida ascesa data dal primo dopoguerra, quando la cittadina divenne meta di soggiorno di una élite di aristocratici, industriali e intellettuali.

Articolo tratto da Comune Forte dei Marmi

sabato 26 aprile 2008

Torre del Lago


Spiagge assolate, fresche pinete, il lago sempre calmo, ovvero: Così esclamò Giacomo Puccini, durante una battuta di caccia con gli amici,alla vista di questo angolo di Toscana. Un intarsio di nature che ancora oggi, fortunatamente, fanno di Torre del Lago Puccini meta indiscutibile di soggiorni e vacanze. Immerso tra il lago di Massaciucoli e il Mar Tirreno, tra le Alpi Apuane ed il Parco Naturale di Migliarino-San Rossore-Massaciuccoli, rappresenta un ideale punto di partenza per chi vuol scoprire i segreti delle vicinissime città storiche della Toscana.
Si arriva a Torre del Lago Puccini: - per ferrovia, direttamente dalla linea Roma-Genova; - in auto, dalla statale Aurelia mediante i raccordi autostradali con la Firenze-Mare (A11) e la Sestri Levante-Livorno (A12); - in aereo, dal vicino aeroporto Galilei Di Pisa (Km.15);- in barca, sfruttando il famoso porto turistico di Viareggio a soli 5 Km. Sulle sponde del lago, a due passi dalla villa del Maestro che conserva cimeli e documenti della sua intensa vita,
Articolo tratto da Vacanze in versilia

Castagneto Carducci


Capoluogo del Comune omonimo, è un piccolo borgo adagiato sulla sommità della collina, su cui domina il Castello dei Conti della Gherardesca, un tempo circondato da mura di cui sopravvive il fronte rivolto verso il mare e che insieme alla chiesa di San Lorenzo, costituisce il nucleo originario del centro abitato. Intorno al Castello la cui edificazione risale probabilmente al Mille, si è sviluppato il centro urbano secondo uno schema di anelli concentrici che danno vita ad un sistema di strade, vicoli e piazzette. Il castello ebbe, nella sua lunga storia, numerose modificazioni e rifacimenti successivi, al pari della chiesa parrocchiale, a lungo utilizzata come chiesa del castello, come si ravvisa dall’esame delle strutture interne. Davanti alla propositura di San Lorenzo, sorge la Chiesa del S.S. Crocifisso al cui interno è conservato il Crocifisso ligneo di epoca quattocentesca, rinvenuto tra i ruderi dell’antico monastero di San Colombano ed oggetto di vivissimo culto locale, rappresentato dalle "Feste Triennali" L’attuale municipio, divenuto sede municipale nel 1849 nel quadro della complessa vicenda delle preselle, aveva funzionato, a partire dal 1716, da palazzo pretorio; nella piazzetta retrostante, la Piazza della Gogna, avevano luogo le grida di condanne e l’esecuzione di infamanti pene alla gogna ed alla berlina. Di particolare interesse: Castello della Gherardesca (Via Indipendenza), Propositura di San Lorenzo, Chiesa del S.S. Crocifisso, Chiesa della Madonna del Carmine (di recente dichiarata sede del costituendo Museo dei paramenti sacri), Centro Carducciano (Via Carducci, 59), Museo Archivio, Piazzale Belvedere
Articolo tratto da Castagneto Carducci

martedì 22 aprile 2008

Pianosa, un’isola da non dimenticare

Racconta una leggenda che quando la Venere Tirrenica nacque dal mare aveva al collo una collana di perle, e sette di queste perle si staccarono e formarono sette isole, le isole dell’Arcipelago Toscano…

All’interno dell’Arcipelago Pianosa occupa un posto particolare: è la quinta per estensione, ma presenta delle caratteristiche che la rendono un luogo da visitare e da non dimenticarsi più.
Intanto è un’isola, come dice il nome, completamente piatta, pianeggiante (certi viali dritti fiancheggiati da alberi ricordano la pianura della Romagna…). La sua altitudine massima è di soli 29 metri, ma la media sul livello del mare è superiore ai dieci metri, perciò oltre che di bellissime spiagge (la balneazione è permessa solo su quella comunque più grande e bella, Cala Giovanna, con splendidi fondali ottimali per lo snorkeling) l’isola è ben fornita anche di scogliere mozzafiato a picco sul mare. La roccia bianca da cui è formata Pianosa è in realtà ciò che resta di un’antichissima barriera corallina, ed è ricchissima di fossili.
L’Isola, abitata fin dalla preistoria, è famosa per la villa romana appartenuta ad Agrippa Postumo, nipote dell’imperatore Augusto, e per le eccezionali catacombe cristiane, le più grandi a Nord di Roma. Dopo il Cinquecento Pianosa venne abbandonata per la minaccia dei pirati turchi, anche se periodicamente gli abitanti dell’Isola d’Elba la utilizzavano per coltivare cereali.
A partire dall’Unità d’Italia fino a pochi anni fa l’isola è stata utilizzata come carcere, dapprima per ospitare detenuti ammalati di tubercolosi (si riteneva che l’aria di mare agevolasse la guarigione da questa malattia). Durante il fascismo vennero relegati nel carcere di Pianosa molti antifascisti, quindi, dagli anni Settanta in poi, l’isola divenne un carcere di massima sicurezza destinato agli autori di reati di terrorismo o di mafia.

Oggi Pianosa fa parte del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, e può essere visitata solo da un numero limitato di visitatori al giorno, accompagnati da guide, per non rovinare l’ambiente ancora incontaminato dell’isola ormai quasi completamente disabitata.
Per ulteriori informazioni potete visitare Pianosa.net

giovedì 17 aprile 2008

Ile terme Calidario Venturina

Immersi nell'antico bagno a 36 gradi all'insegna del benessere e dell'immaginario
Uomini di epoche diverse cercarono calore e sollievo in questa sorgente, lasciando testimonianza del loro passaggio e del loro felice soggiorno, proprio qui, sulle sponde del Calidario.
Immerso nel verde di una splendida pineta che racchiude in sé i profumi di una natura tutta da assaporare.
Il Calidario è un laghetto con sorgente naturale di acqua calda a 36 gradi che sgorga direttamente nella vasca-laghetto con una portata media di circa 12.000 litri al minuto.

Vi si accede passando da spogliatoi riscaldati con passaggio interno diretto nel laghetto.

È aperto tutto l’anno escluso il periodo che va dal 7 gennaio al 4 marzo 2009.

Siamo a Venturina, in Toscana, a cinque chilometri dal mare, nello splendore della Costa degli Etruschi. Ed è facile immaginare, immersi nelle acque calde e nei vapori del Calidario, proprio gli Etruschi che qui iniziarono la pratica della fusione dei metalli.
Nel corso dei secoli furono eremiti cristiani e cavalieri longobardi, legionari romani e granduchi, celebri architetti medicei ed agricoltori sapienti ad essere inebriati dalla dolcezza del clima di questa valle, nutriti dalla ricchezza del suolo, affascinati dalla presenza del mare ed accolti dal calore della sorgente.

Una sorgente che oggi più che mai offre il suo abbraccio sfruttando i benefici effetti dell'acqua e del vapore, ponendoli al servizio del benessere. Un tuffo nel passato ai tempi in cui il popolo etrusco si concedeva bagni e massaggi in un ambiente unico e affascinante, un luogo dove trovare oggi armonia e benessere.

Calidario.it

martedì 8 aprile 2008

Città di Grosseto

FORTEZZA MEDICEA, v. Saffi, rappresenta il baluardo Nordest. delle Mura, edificata nella seconda metà del 500.

MURA, a pianta esagonale, cingono il piccolo Centro Storico: furono fatte costruire da Francesco I nel 1574 su disegno di B Lanci.

TEATRO DEGLI INDUSTRI, v. Mazzini, del sec XIX.

Canapone CANAPONE P.zza Dante Gruppo marmoreo raffigurante Leopoldo lI di Lorena in abiti regali, in atto di sollevare sotto forma di donna l'afflitta Maremma, calpestando una biscia simboleggiante la malaria. Eretto il 7 marzo1846, fu inaugurato il primo maggio dello stesso anno.

Ettore Socci BUSTO AD ETTORE SOCCI, cittadino onorario, deputato del Collegio di Grosseto, repubblicano, personaggio di grande levatura politica e morale, venne eretto il 24 novembre 1907 con intervento finanziario dello stesso Comune (L. 200) e fu realizzato dal prof Gallori.

Andrea Da Grosseto ANDREA DA GROSSETO STATUA, Pzza Baccarini (davanti al Museo Archeologico). Di recente collocazione, esalta la figura di questo illustre letterato del XIII secolo, per alcuni laico, per altri frate dell'ordine dei francescani.

'Il Buttero' "IL BUTTERO" OPERA IN BRONZO di Meo Faccendi, si trova in P.zza Marconi (della Stazione) a simbolico omaggio e testimonianza di una mitica figura del la Maremma.

Articolo tratto da gol.grosseto.it

mercoledì 2 aprile 2008

Storia di Lucca

La città di Lucca fu costruita in epoca imprecisata al confine tra le terre liguri e quelle etrusche e precisamente su un pezzo di terra strappato all'allora fiume Auser, successivamente ribattezzato Serchio. Le particolarità di quelle terre palustri sono alla base delle caratteristiche ambientali della zona, spesso soggette ad alluvioni, e del suo stesso nome, Luk, che significa in celto-ligure: "luogo di paludi". L'opera di bonifica fu iniziata in epoca alto medievale e con la deviazione del fiume Auser verso il mare la città migliorò notevolmente. Da testi storici si apprende che nel 180 a.C. Lucca diviene una colonia latina anche se la sua influenza e la sua notorietà è di gran lunga minore rispetto a quella delle vicine Pisa e Luni. Lucca subisce poi l'invasione dai Goti, dei Bizantini e dei Longobardi che nel 570 d.C penetrano nella città e convertono i lucchesi al Cristianesimo. In quel periodo rifiorisce la città di Lucca sotto tutti i suoi aspetti; religiosi, economici e politici e questo grazie anche alla famosa via Francigena-Romea che collega Lucca alle altre città europee ed italiane, permettendone così l'espansione a livello commerciale e culturale. Nel IX secolo viene conquistata dai Franchi e nasce il Marchesato di Toscana. E' in questo periodo che nei lucchesi inizia a maturare il desiderio di indipendenza; sorgono i primi screzi con Pisa e nascono le prime strutture di autogoverno. Nel 1314 Lucca cade sotto il dominio del Signore di Pisa Uguccione della Faggiola e successivamente viene liberata da Castruccio Castracani della famiglia degli Antelminelli, che diventò, a seguito delle sue conquiste, duca di Lucca, Pisa, Pistoia, Luni e Volterra. Lucca stabilì poi un'alleanza con Carlo V e nello stesso anno subì la congiura dei Poggi e la rivolta degli straccioni (1531-1532) e visse un periodo di crisi religiosa. Nel 1628 nasce il "Libro d'oro", una raccolta dei nomi più illustri delle famiglie nobili tra cui venivano scelti i governanti ma, con la conquista da parte dei francesi nel 1799, la repubblica crollò. Per volere di Napoleone la città divenne principato di Elisa Bonaparte e di Felice Baciocchi. Crollato l'Impero Napoleonico, la città venne affidata alla duchessa Maria Luisa di Borbone e poi al figlio Carlo Ludovico che nel 1847 passò la città in mano al granducato di Toscana. Nel 1860 si unisce al Regno d'Italia. Cittadini Lucchesi famosi furono Luigi Boccherini, compositore del XVIII secolo, il compositore Alfredo Catalani (1854-1893) e il Maestro Giacomo Puccini (1858-1924).
Articolo tartto da:
Lucca on line

Agriturismo a lucca:
Pruneta di Sopra is a country villa in Tuscany with pool Lucca and a large estate all around. The house has many comforts like bikes,children swings,table

giovedì 27 marzo 2008

Pruneta di Sopra Holidays House

Caratterizzata da un territorio prevalentemente montuoso e collinare, situata tra le Alpi Apuane e l’ Appennino Tosco-Emiliano, la Garfagnana si sviluppa nella alta valle del fiume Serchio. Si tratta di una zona di elevato valore ambientale e paesaggistico al centro del Parco nazionale delle Alpi Apuane , con fitti boschi di castagni e di faggi alternati a coltivazioni di viti e farro . In questa regione è possibile coniugare la scoperta delle bellezze naturalistiche del luogo con una sana passeggiata nel verde : ci sono itinerari di trekking da percorrere a piedi o a cavallo come pure percorsi per mountain-bike in grado di rilassare dallo stress quotidiano. Senza dimenticare che il mare e gli "storici" locali della Versilia , sono a circa 45 chilometri..
Da non perdere è la visita ai tanti paesini della Garfagnana che , con le loro case in pietra , amorevolmente ristrutturate , sanno trasmettere , in una realtà dai ritmi frenetici come la nostra , quelle sensazioni di quiete e tranquillità ormai perdute .

La cucina garfagnina , inoltre , non mancherà di allietare i palati dei visitatori con le sue specialità. Da provare assolutamente la zuppa di farro , gli ottimi salumi e formaggi e i vari prodotti a base di castagne (castagnaccio , necci , polenta di neccio , frittelle di neccio oltre che le classiche caldarroste nei mesi di Ottobre e Novembre )

Se siete amanti delle escursioni in montagna o più semplicemente state ricercando un pò di relax in mezzo alla natura , questa è la vacanza per voi

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The Garfagnana

The Garfagnana is an area located in the north side of Lucca's district, between 2 mountain ranges: the Apuan Alps and the "Appennino tosco-emiliano" .The Garfagnana is an interesting region with an high natural value, in the middle of the Apuan Alps Park, characterized by chestnut trees, beech woods and vineyards. There are many paths in the country and on the mountains to discover by foot, riding a bike or an horse. The sea and the famous 60's and 70's discos of Versilia are not so far (45 Km). We recommend you to visit the nice little villages of Garfagnana (especially Campo Catino, near Vagli) with their stone houses and quiet, they'll give you an idea of the slow and healthy life of yesterday. Don't forget to taste the food specialities of Garfagnana .You have to try the excellent home-made cheeses and hams, the products made of chestnut flour: "castagnaccio", "necci", "polenta di neccio" and the classical roast chestnut in October and November.

If you are fond of mountain's excursions or you are simply looking for relax in the country , you are in the right place.

giovedì 6 marzo 2008

Il castello dell'imperatore di Prato

Il Castello dell'Imperatore è la testimonianza più significativa nell'Italia centro-settentrionale della scuola architettonica che si sviluppò attorno alla personalità affascinante di Federico II (1194-1250), Imperatore del Sacro Romano Impero, della famiglia Hohenstaufen di Svevia.

Si presume che l'edificio sia stato innalzato durante gli anni 1242-1248. L'architetto Riccardo da Lentini, già famoso per aver curato la realizzazione di alcuni castelli in Sicilia, collaborò con Federico d'Antiochia (figlio di Federico II) alla sua costruzione. La struttura è impostata su quattro torrioni principali a forma quadrata i cui vertici estremi indicano i punti cardinali. La morte di Federico II e il declino della politica imperiale in Toscana impedirono il completamento degli interni del Castello che solo in epoca successiva vennero adattati alle diverse esigenze (caserma e quindi carcere militare).

Negli anni Trenta del XX secolo venne parzialmente restaurato.

Nell'uso dei materiali (il calcare alberese, con toni che variano dal bianco al grigio e il serpentino o verde di Prato adotta un voluto richiamo alla tipica bicromia toscana romano-gotica, in uso anche negli edifici ecclesiastici. Un'apertura sulla parte orientale collegava il Castello tramite un camminamento sopraelevato (Cassero) alla cerchia difensiva di porta Fiorentina. Una scala a chiocciola in alberese dà accesso ai camminamenti dai quali si gode una ampia veduta sul territorio verso Firenze e il Montalbano.
Dal 1975 il castello dell'Imperatore è aperto ai visitatori e ospita pubbliche manifestazioni nel vasto cortile interno.

Articolo tratto da:
po-net

giovedì 21 febbraio 2008

San Vincenzo e il turismo

San Vincenzo è situato tra il Mar Ligure e il Mar Tirreno (tale confine è tradizionalmente indicato molto più a nord: infatti si suole parlare di Mar Tirreno e costa tirrenica per tutta la costa toscana), nel tratto di costa a sud di Livorno, che prende il nome di Costa degli Etruschi e che si estende dal capoluogo fino a Piombino, alle soglie della Maremma grossetana; è delimitato a nord dal comune di Castagneto Carducci e a sud dal Parco costiero di Rimigliano. Nel suo entroterra si estende la Val di Cornia.

Il mare.
Oltre alle spiagge e le attività balneari, San Vincenzo offre numerosi spunti per gli appassionati di subacquea, nelle sue acque infatti durante i due conflitti mondiali, numerose navi hanno trovato la loro ultima dimora, tra queste la rinfusiera Capacitas, il Caboto e la vedetta dragamine G32 affondata nel 1917.

Da San Vincenzo Wikipedia

lunedì 4 febbraio 2008

Viareggio Carnevale in tv

DOMENICA IN - Domenica 3 febbraio dalle 17 alle 17,35 sarà Lorena Bianchetti a parlare del Carnevale di Viareggio insieme a Pippo Baudo nell'ambito di "Domenica in - Talk in rosa". Vedremo le immagini di un carro del 1987 realizzato da Fabrizio Galli e dedicato a Pippo Baudo, dal titolo "Salverò la Rai".
Ospiti numerosi personaggi del mondo dello spettacolo.

UNO MATTINA - Lunedi 4 febbraio alle ore 10,15 "Uno Mattina" manda in onda un servizio di Valentina Olla dal titolo "Non saranno mai famosi", registrato la scorsa domenica a Viareggio e incentrato sulle maschere e i carri satirici.

RAI TRE - Martedi 5 febbraio alle 14.50 la diretta di un'ora della sfilata dei carri di Viareggio.

RAI INTERNATIONAL - Martedi 5 febbraio - Dopo Satelradio anche RaiItalia, il canale televisivo di Rai International, porta il carnevale di Viareggio nel mondo. In occasione della sfilata del 5 febbraio, martedì grasso, Italia News il contenitore di informazione curato da Piero Di Pasquale, in onda dalle 13.00 alle 14.00 ora italiana effettuerà un collegamento con la postazione televisiva della Rai a Viareggio che realizzerà, subito dopo, la diretta della sfilata dei carri trasmessa in Italia su Raitre.
La sfilata dei carri del carnevale di Viareggio verrà, successivamente, diffusa dai tre canali televisivi di Rai International in Africa, e Asia alle 22,15 ( con replica il 6 febbraio alle 15.45), nella notte americana ed in Australia alle 17.00 del 6 febbraio.
Sia il collegamento con ItaliaNews che la differita della sfilata dei carri potranno essere visti anche in Italia alle 22,15 del 5 gennaio ed alle 15,45 del 6 gennaio con un decoder digitale free su Hot Bird VI e sul canale 816 di Sky.

BALLARO' - Martedi 5 febbraio alle 21 su Rai Tre un servizio speciale sulla satira al Carnevale di Viareggio andrà in onda nell'ambito di Ballarò. condotto da Giovanni Floris. Il servizio è a cura di Alessandro Poggi.

RETE QUATTRO - Martedi 5 febbraio alle 17 su Rete Quattro Su le maschere, programma dedicato al carnevale di viareggio. Un ampio servizio sulle maschere i carri e la divinacarnevalcommedia sarà commentato da Davide Mengacci. intorno alle 18 terzo blocco.

giovedì 17 gennaio 2008

Storia di Vernio provincia di Prato

Per tutto il Medioevo una delle principali strade che collegavano il Pratese al mondo padano risaliva la stretta valle del Bisenzio sino al valico di Montepiano seguendo quella sorta di via naturale tracciata dal fiume e già usata in epoca pre-romana e romana. Dopo la conquista longobarda, l'alta valle del Bisenzio e del Fiumenta fu tra i territori assegnati dall'imperatore Berengario ai Cadolingi, nel 915. Agli inizi del XII secolo Vernio e Mangona passarono in eredità dalla famiglia dei Cadolingi a quella degli Alberti di Prato, che ampliò notevolmente i suoi possessi ed assunse il titolo di Conti di Vernio. Nel 1332 fu acquistata dai Bardi, che ottennero il Vicariato Imperiale nel 1355. Il territorio è comunque legato anche alla fondazione e crescita dell'Abbazia di S. Maria a Montepiano che, trovandosi sul confine con Bologna, era considerata punto strategico economico, politico e commerciale. Il Feudo dei Bardi (che nei primi del '600 tennero qui riunioni della loro Camerata Musicale) sopravvisse, come ultimo residuo del potentato feudale pratese, fino al 1797, quando fu annesso alla Repubblica Cisalpina. Dopo il 1815, con il riordino post-napoleonico, fu unito definitivamente al Granducato di Toscana. Divenne per qualche tempo podesteria (con sede a Mercatale) e fu poi annessa al vicariato regio di Prato che ne amministrava giustizia, uffici di collegamento, polizia ecc. L'espansione dell'industria tessile pratese della fine 800 e più tardi lo scavo della grande galleria sulla linea ferroviaria Prato-Bologna, comportarono una netta ripresa economica che si è andata via via consolidando fino ai tempi odierni. Fin dall'800 è nota la stazione turistica di Montepiano sul crinale appenninico, abbellita da laghetti e passeggiate. Ma anche Vernio offre attrattive al turista, col complesso seicentesco di San Quirico e con recenti musei.
La "polentina"
La prima domenica di Quaresima (in origine il Mercoledì delle Ceneri) si svolge a San Quirico la più antica e sentita festa popolare della vallata: la Polentina. L'antica Festa della Miseria, che risale a circa il 1576, ricorda una generosa distribuzione di polenta di castagne, aringhe e baccalà concessa ai sudditi da un conte Bardi, durante una grave carestia. Il presidente della Società della Miseria da avvio a un corteo storico, al termine del quale legge, davanti all'oratorio di San Niccolò, una pergamena celebrativa; nel frattempo, di lato all'oratorio, la polenta viene cotta in grandi paioli, affettata e distribuita a verniati e turisti che affollano il paese.

martedì 15 gennaio 2008

Il castello di Bolgheri


Bolgheri è un castello medievale che sorge su una piccola altura in fondo al viale di cipressi che parte da San Guido, celebre per la lirica di Giosuè Carducci; tutt'intorno il paese è circondato da boschi di tipica vegetazione mediterranea e da una pianura ben coltivata.


Il viale di San Guido, grazie alla poesia del Carducci, è considerato il viale più famoso e conosciuto d'Italia. Fu costruito nel 1831, quando venne raddrizzata la via Aurelia.
Lungo, in origine ricordato come un semplice stradone diritto, furono piantate due file di alti cipressi che, dopo il successo ottenuto dai versi del Carducci e la morte del poeta, furono prolungate fino a Bolgheri in un percorso di grande suggestione.

Il castello di Bolgheri si collega al comune di cui fa parte, Castagneto Carducci, attraverso la "via Bolgherese", un bellissimo viale fiancheggiato da vegetazone naturale e vigne, ormai noto come "la Strada del vino", perché lungo il suo percorso si trovano aziende che producono vini di grande pregio.

Il castello di Bolgheri ha una monumentale facciata di colore rosato, con un arco attraverso il quale si accede al borgo medievale.
All'interno del castello le vie e le piazzette, piccole e ravvicinante, rievocano l'atmosfera raccolta della tradizione contadina toscana, e vi si trovano numerosi negozi in cui si possono trovare i prodotti tipici della zona. Tra il 1838 e il 1848 Bolgheri ospitò Giosuè Carducci, che con i suoi versi contribuì a far conoscere Bolgheri e i suoi dintorni nel mondo.
Quando Carducci tornava a Bolgheri abitava in un stanza messa a sua disposizione dalla famiglia Moratti.

Oggi Bolgheri è un importante luogo della memoria carducciana: oltre al viale dei cipressi sono da notare la casa in cui il poeta abitò da ragazzo, di fronte alla quale si trova la statua di Nonna Lucia, la nonna del poeta morta a Bolgheri e sepolta nel piccolo cimitero di campagna che si trova poco oltre il paese, dalla parte opposta al viale di San Guido. Un'altra casa che ci ricorda Carducci è la casa della "bionda Maria", una bambina amica del poeta durante la sua infanzia.

Il FAI a Spedaletto e a Pienza

Una delegazione del FAI, ( Fondo per l'Ambiente Italiano) di Firenze visiterà il castello di Spedaletto per una serie di iniziative a cura di Ugo e Carla Bruni allo scopo di promuovere l’interesse per il Castello, l’arte in genere e tutto il paesaggio della Val d’Orcia.

Secondo tale programma alle ore 11,30 nella Chiesa di Spedaletto il Prof, Valerio Terraroli, Docente di Storia dell’Arte Contemporanea presso l’Università di Torino terrà una lezione sull’arte moderna e contemporanea dal titolo “Alle origini della modernità. Da Klimt a Gaudì all’astrazione” che sarà accompagnata dalla proiezione di diapositive illustrative. Seguirà una visita guidata al Castello, che nel corso dei secoli, come grancia dell’Ospedale di Santa Maria della Scala di Siena, ha svolto compiti di ospitalità lungo la via romea. Lo stesso Pio II nel 1460 con la promulgazione di una bolla speciale conferì favori e privilegi al piccolo spedale.
Nel pomeriggio è prevista una visita alla Città di Pienza, guidata da uno degli addetti culturali della Delegazione il Prof. Arch. Ulisse Tramonti.
L’iniziativa pientina rientra pienamente nello spirito del Fai che ha promosso un censimento dei “Luoghi del cuore” al quale hanno aderito oltre 200.000 persone in tutta Italia. Tale censimento, giunto quest’anno alla terza edizione è rivolto a tutti gli italiani chiamati a partecipare segnalando un luogo segreto meritevole di attenzione valorizzazione e rispetto. Segnalare il proprio luogo del cuore non vuol dire isolarsi, anzi lo scopo è proprio quello di stimolare amicizia, condivisione, e sentimenti. Grazie al Fai sono stati infatti segnalati e salvati da parte di giornalisti, artisti, uomini di cultura, ma anche da parte di semplici ignori cittadini, preziosi luoghi d’arte e del paesaggio: Corrado Augias, Enzo Biagi, Beppe Grillo, Oliviero Toscani, Simona Ventura, i nomi più noti.

All'Isola d'Elba è attivo il servizio di noleggio Scooter e E-Bike

Per coloro che in vacanza non amano usare l'auto e vogliono godersi a pieno la natura, all'Isola d'Elba è attivo un nuovissimo s...