giovedì 17 gennaio 2008

Storia di Vernio provincia di Prato

Per tutto il Medioevo una delle principali strade che collegavano il Pratese al mondo padano risaliva la stretta valle del Bisenzio sino al valico di Montepiano seguendo quella sorta di via naturale tracciata dal fiume e già usata in epoca pre-romana e romana. Dopo la conquista longobarda, l'alta valle del Bisenzio e del Fiumenta fu tra i territori assegnati dall'imperatore Berengario ai Cadolingi, nel 915. Agli inizi del XII secolo Vernio e Mangona passarono in eredità dalla famiglia dei Cadolingi a quella degli Alberti di Prato, che ampliò notevolmente i suoi possessi ed assunse il titolo di Conti di Vernio. Nel 1332 fu acquistata dai Bardi, che ottennero il Vicariato Imperiale nel 1355. Il territorio è comunque legato anche alla fondazione e crescita dell'Abbazia di S. Maria a Montepiano che, trovandosi sul confine con Bologna, era considerata punto strategico economico, politico e commerciale. Il Feudo dei Bardi (che nei primi del '600 tennero qui riunioni della loro Camerata Musicale) sopravvisse, come ultimo residuo del potentato feudale pratese, fino al 1797, quando fu annesso alla Repubblica Cisalpina. Dopo il 1815, con il riordino post-napoleonico, fu unito definitivamente al Granducato di Toscana. Divenne per qualche tempo podesteria (con sede a Mercatale) e fu poi annessa al vicariato regio di Prato che ne amministrava giustizia, uffici di collegamento, polizia ecc. L'espansione dell'industria tessile pratese della fine 800 e più tardi lo scavo della grande galleria sulla linea ferroviaria Prato-Bologna, comportarono una netta ripresa economica che si è andata via via consolidando fino ai tempi odierni. Fin dall'800 è nota la stazione turistica di Montepiano sul crinale appenninico, abbellita da laghetti e passeggiate. Ma anche Vernio offre attrattive al turista, col complesso seicentesco di San Quirico e con recenti musei.
La "polentina"
La prima domenica di Quaresima (in origine il Mercoledì delle Ceneri) si svolge a San Quirico la più antica e sentita festa popolare della vallata: la Polentina. L'antica Festa della Miseria, che risale a circa il 1576, ricorda una generosa distribuzione di polenta di castagne, aringhe e baccalà concessa ai sudditi da un conte Bardi, durante una grave carestia. Il presidente della Società della Miseria da avvio a un corteo storico, al termine del quale legge, davanti all'oratorio di San Niccolò, una pergamena celebrativa; nel frattempo, di lato all'oratorio, la polenta viene cotta in grandi paioli, affettata e distribuita a verniati e turisti che affollano il paese.

martedì 15 gennaio 2008

Il castello di Bolgheri


Bolgheri è un castello medievale che sorge su una piccola altura in fondo al viale di cipressi che parte da San Guido, celebre per la lirica di Giosuè Carducci; tutt'intorno il paese è circondato da boschi di tipica vegetazione mediterranea e da una pianura ben coltivata.


Il viale di San Guido, grazie alla poesia del Carducci, è considerato il viale più famoso e conosciuto d'Italia. Fu costruito nel 1831, quando venne raddrizzata la via Aurelia.
Lungo, in origine ricordato come un semplice stradone diritto, furono piantate due file di alti cipressi che, dopo il successo ottenuto dai versi del Carducci e la morte del poeta, furono prolungate fino a Bolgheri in un percorso di grande suggestione.

Il castello di Bolgheri si collega al comune di cui fa parte, Castagneto Carducci, attraverso la "via Bolgherese", un bellissimo viale fiancheggiato da vegetazone naturale e vigne, ormai noto come "la Strada del vino", perché lungo il suo percorso si trovano aziende che producono vini di grande pregio.

Il castello di Bolgheri ha una monumentale facciata di colore rosato, con un arco attraverso il quale si accede al borgo medievale.
All'interno del castello le vie e le piazzette, piccole e ravvicinante, rievocano l'atmosfera raccolta della tradizione contadina toscana, e vi si trovano numerosi negozi in cui si possono trovare i prodotti tipici della zona. Tra il 1838 e il 1848 Bolgheri ospitò Giosuè Carducci, che con i suoi versi contribuì a far conoscere Bolgheri e i suoi dintorni nel mondo.
Quando Carducci tornava a Bolgheri abitava in un stanza messa a sua disposizione dalla famiglia Moratti.

Oggi Bolgheri è un importante luogo della memoria carducciana: oltre al viale dei cipressi sono da notare la casa in cui il poeta abitò da ragazzo, di fronte alla quale si trova la statua di Nonna Lucia, la nonna del poeta morta a Bolgheri e sepolta nel piccolo cimitero di campagna che si trova poco oltre il paese, dalla parte opposta al viale di San Guido. Un'altra casa che ci ricorda Carducci è la casa della "bionda Maria", una bambina amica del poeta durante la sua infanzia.

Il FAI a Spedaletto e a Pienza

Una delegazione del FAI, ( Fondo per l'Ambiente Italiano) di Firenze visiterà il castello di Spedaletto per una serie di iniziative a cura di Ugo e Carla Bruni allo scopo di promuovere l’interesse per il Castello, l’arte in genere e tutto il paesaggio della Val d’Orcia.

Secondo tale programma alle ore 11,30 nella Chiesa di Spedaletto il Prof, Valerio Terraroli, Docente di Storia dell’Arte Contemporanea presso l’Università di Torino terrà una lezione sull’arte moderna e contemporanea dal titolo “Alle origini della modernità. Da Klimt a Gaudì all’astrazione” che sarà accompagnata dalla proiezione di diapositive illustrative. Seguirà una visita guidata al Castello, che nel corso dei secoli, come grancia dell’Ospedale di Santa Maria della Scala di Siena, ha svolto compiti di ospitalità lungo la via romea. Lo stesso Pio II nel 1460 con la promulgazione di una bolla speciale conferì favori e privilegi al piccolo spedale.
Nel pomeriggio è prevista una visita alla Città di Pienza, guidata da uno degli addetti culturali della Delegazione il Prof. Arch. Ulisse Tramonti.
L’iniziativa pientina rientra pienamente nello spirito del Fai che ha promosso un censimento dei “Luoghi del cuore” al quale hanno aderito oltre 200.000 persone in tutta Italia. Tale censimento, giunto quest’anno alla terza edizione è rivolto a tutti gli italiani chiamati a partecipare segnalando un luogo segreto meritevole di attenzione valorizzazione e rispetto. Segnalare il proprio luogo del cuore non vuol dire isolarsi, anzi lo scopo è proprio quello di stimolare amicizia, condivisione, e sentimenti. Grazie al Fai sono stati infatti segnalati e salvati da parte di giornalisti, artisti, uomini di cultura, ma anche da parte di semplici ignori cittadini, preziosi luoghi d’arte e del paesaggio: Corrado Augias, Enzo Biagi, Beppe Grillo, Oliviero Toscani, Simona Ventura, i nomi più noti.

domenica 13 gennaio 2008

Turismo a Siena piazza del campo


Piazza del Campo a Siena

La storia
Lo spazio che diventerà la piazza era, alle origini di Siena, un terreno bonificato per permettere il defluvio delle acque piovane. Il nucleo della città in formazione si trovava più in alto, nella zona di Castelvecchio e il futuro "Campo" era uno spazio per i mercati, appena laterale rispetto alle principali strade di comunicazione che passavano per la città e situato esattamente ad un crocevia. Qui si incontrano ancora oggi le direttrici per Roma a sud-est, il mare a sud-ovest e Firenze a nord.
La storia della Piazza si intreccia fortemente con quella della costruzione del Palazzo Comunale o Palazzo Pubblico, che si affaccia sulla piazza.

Palazzo Comunale

* È il palazzo costruito dal governo della Repubblica di Siena tra il 1298 e il 1310 come sede del Governo dei Nove. Non fu usata la pietra, ma il mattone, mentre gli elementi bianchi sono in marmo. Ogni finestra è ornata da un’ogiva che la contiene. I merli sono di tipo guelfo.

Torre del Mangia

* Era il "campanile" laico del Palazzo Comunale ed è così chiamata dal soprannome di "mangiaguadagni" dato al suo primo custode Giovanni di Balduccio (o "di Duccio"), famoso per apprezzare molto i piaceri del cibo e sperperare quindi a tavola i propri guadagni. È tra le torri antiche italiane più alte, arrivando a 102 metri fino al parafulmine (seconda solo al Torrazzo di Cremona). Fu costruita tra il 1325 e il 1348. I quattro angoli sono perfettamente orientati in direzione N-S ed E-O.

Cappella di Piazza

* È il tabernacolo marmoreo che sorge ai piedi della Torre del Mangia, sporgente rispetto al profilo del Palazzo comunale. Fu edificata nel 1352 per ringraziare la Vergine Maria dello scampato pericolo della peste nera che aveva colpito la città nel 1348. Sopra l'altare, tra il 1537 e il 1539, Giovanni Antonio Bazzi detto Il Sodoma affrescò la Madonna con il Figlio e Dio Padre, i cui resti si conservano oggi nel Museo Civico all'interno del Palazzo Pubblico.

Il Palio [modifica]

La Piazza è famosa anche perché accoglie due volte all'anno, esattamente il 2 luglio e il 16 agosto, il Palio delle Contrade. Si tratta di una corsa di cavalli unica al mondo che vede confrontarsi le diciassette storiche contrade che compongono la città toscana.

Tre giri intorno all'anello di tufo (la pista che circonda la piazza, piastrellata di pietra serena, viene ricoperta dal tufo che permette ai cavalli di correre), una corsa sfrenata e appassionata che porta alla vittoria una sola contrada.
Estratto da "http://it.wikipedia.org/wiki/Piazza_del_Campo"

Turismo a Siena info musei

info musei

ORARI E PREZZI DEI MUSEI SULL'ITINERARIO DEL TERZO DI CITTÀ
PINACOTECA NAZIONALE

Palazzo Buonsignori Via San Pietro 29

Orario: Mar.-Sab. 8.15-19.15, Lun. 8.30-13.30 domenica e festivi 8.15-13.30, Chiuso 1 gennaio, 1 maggio, 25 dicembre

Ingresso: €4,30 - Ridotto €2,00
LIBRERIA PICCOLOMINI

in Duomo

Orario: 1 novembre-14 marzo 10.00-13.00, 14.00-17.00 15 marzo-31 ottobre 9.00-19.30, domenica e festivi aperto dalle 13.30-19.30, Chiuso: 25 dicembre, 1 gennaio

Ingresso: €1,50 - gruppi superiori a 15 persone €1,20
SANTA MARIA DELLA SCALA

Piazza Duomo

Orario: 16 marzo-5 novmbre 10.00-18.00, 6 novembre-15 marzo, 10.30-16.30, 24 dicembre-6 gennaio 10.00-18.00

Ingresso: €5,20 - ridotto 3,10 gruppi superiori a 15 persone €4,20

www.santamaria.comune.siena.itlink esterno - infoscala@comune.siena.it
PALAZZO DELLE PAPESSE

Centro Arte Contemporanea Via di Città

Orario: 12.00-19.00 Chiuso: lunedì

Ingresso: €5,00 - ridotto €3,50 - gruppi superiori a 20 persone €4,00

www.papesse.orglink esterno - papesse@comune.siena.it
numeri utili

INFORMAZIONI TURISTICHE Tel. 0577 280551

SERVIZIO TAXI Attivo 24 ore su 24 - Tel. 0577 49222

PRONTO SOCCORSO Pol. Le Scotte - Tel. 0577 585807-0577 585809

mercoledì 9 gennaio 2008

Vacanze in agriturismo a Montepulciano

Se desideri trascorrere una vacanza in agriturismo, la Toscana è la meta che fa per te. Scoprirai un aspetto ancora poco noto di questa regione, famosa per le città d'arte, la storia dei grandi personaggi e delle loro opere. Con una vacanza in agriturismo in Toscana scoprirai una terra il cui paesaggio, la schietta ospitalità, la parlata così caratteristica, ti diverranno subito familiari. Morbide colline, il gioco cromatico dei campi, rustici casali i borghi medievali: così l'immagine del paesaggio toscano ha affascinato il mondo ed ora si appresta a conquistare anche il turista italiano.

In un casale in Toscana, per esempio in un agriturismo di Montepulciano o negli agriturismi di Grosseto, puoi vivere una vacanza verde diversa dal solito all'interno di un'azienda agricola. Scegliendo questo tipo di vacanza potrai allontanarti dai centri abitati, immergerti nella vegetazione e dalle dolci colline che caratterizzano questa regione, stare a stretto contatto con la natura e con la genuinità della terra. I paesaggi sono quasi fiabeschi, dal verde del Chianti al marrone della Maremma senese, in un susseguirsi di dolci saliscendi che addolcisce anche gli animi più inquieti.

sabato 5 gennaio 2008

Firenze ponte vecchio


È il ponte più antico di Firenze e l'unico risparmiato dalle vicissitudini della Seconda Guerra Mondiale. La costruzione attuale risale al Trecento, ma fu inizialmente costruito dai Romani nel punto in cui l'Arno era più stretto e attorno al quale si sviluppò la colonia romana di Florentia.

Durante la sua storia ospitò dapprima le botteghe dei conciatori di pellame e poi dei macellai, per la facilità degli scarichi di produzione in Arno. Nel MedioEvo divenne sede degli artigiani orafi, che lo suddivisero in tante piccole botteghe, ancora oggi esistenti.

Al centro del ponte si aprono su entrambi i lati delle arcate panoramiche sul fiume molto suggestive. Al di sopra del ponte corre il Corridoio Vassariano che collega Palazzo Pitti alla Galleria degli Uffizi.

Simbolo della città, questo ponte storico fu l'unico risparmiato dai tedeschi (da qui il nome) nell'estate del 1944, quando, ritirandosi da Firenze, minarono tutti i ponti e ampie zone alle estremità del Ponte Vecchio per ostacolare l'arrivo degli alleati. Si hanno tracce dell'esistenza del ponte dal X sec., ma a causa di numerose piene del fiume vi furono vari crolli e ricostruzioni, fino a che, alla metà del Trecento, si consolidò una struttura, quella odierna, che il Vasari attribuisce a Taddeo Gaddi, ma più probabilmente si tratta di Neri di Fioravante. La struttura è caratterizzata dalla presenza di casette in cui avevano sede le varie botteghe appartenenti all'Arte della Lana, insieme a macellerie e venditori di verdure, sostituite poi sotto il Granducato di Ferdinando I con botteghe di orafi a nobilitare il tratto percorso dal Granduca fino a Palazzo Pitti, a cui giungeva attraverso il Corridoio Vasariano, passando sopra al Ponte.


venerdì 4 gennaio 2008

Cenni storici sulla città di Prato toscana


Le origini
La storia della città comincia di fatto con l'invasione dei Longobardi nel VI sec. d.C., che si stanziano nella Val di Bisenzio e nella zona di Montemurlo, anche se pare accertato che la zona fosse già abitata nel paleolitico e in seguito da liguri, da etruschi (VII-V sec. a.C.) e infine romani, come testimoniano rispettivamente vari ritrovamenti nella zona di Galceti, l'area archeologica intorno ad Artimino e l'antico nome di pagus Cornius attestato per questi luoghi.

Il libero Comune
Nella seconda metà dell'XI sec. si riuniscono a formare la città due nuclei abitativi distinti: il Borgo al Cornio, situato nella zona dell'attuale piazza Duomo, nei pressi del quale doveva già esistere l'antica pieve di Santo Stefano e il castello di Pratum dei Conti Alberti, che sorgeva poco distante e che diede il nome alla città.

La popolazione pratese si dà una forma governativa autonoma: il Comune, affidata a consoli e podestà, eletti in carica per sei mesi.

Tra le fine del XII e l'inizio del XIII sec. vengono costruite in successione due cinte murarie a difesa del comune diventato importante per il commercio della lana. Nello stesso periodo Prato è al centro di accanite lotte di fazione tra guelfi e ghibellini e subisce la scomoda e invadente vicinanza di Firenze che ne determina anche la vita politica e istituzionale.

Nel XIV sec., a seguito di carestie ed epidemie, Prato subisce un radicale ridimensionamento demografico. Le famiglie più abbienti, sopravvissute alla peste del 1348, hanno la possibilità di costruire ex-novo i palazzi.

Un avvenimento drammatico è il sacco del 1512 compiuto dalle truppe spagnole, accorse per restaurare la spodestata signoria medicea, che doveva servire di monito per la città di Firenze.

La città moderna
Nel 1653, con l'istituzione della diocesi, a Prato viene concesso il titolo di Città, mentre sino ad allora era stata chiamata "Terra".

Se nel XVI e XVII sec. Prato vive un periodo di stasi, già nel Settecento, con la politica economica del Granducato di Toscana retto dai Lorena, che facilita l'attività tessile pratese, cominciano a delinearsi i presupposti della città moderna.

Vengono soppresse le Corporazioni, ormai superate, e viene costituita la Camera di Commercio.

Nei primi decenni dell'Ottocento ha inizio la meccanizzazione dell'industria e nella seconda metà del secolo si sviluppa la tipica attività locale della fabbricazione della lana rigenerata, ricavata dai residuati tessili. Questi prodotti conquistano i mercati mondiali ponendo le basi dello sviluppo successivo che ha permesso alla città di conquistare l'attuale leadership nel settore.
La città di Prato, Pietro di Miniato, 1420 - Fototeca Museo Civico
La città di Prato
Pietro di Miniato
1420 circa

La città di Prato, Agnolo Gaddi, 1392 - Fototeca Museo Civico
La città di Prato
Agnolo Gaddi
1392
[Foto 56 Kb]


Veduta di Gerusalemme, Paolo Uccello (1437 - 1445) - Fototeca Museo Civico
Veduta di Gerusalemme
Paolo Uccello
(1437 - 1445)

giovedì 3 gennaio 2008

Visitare Piombino

Piombino, capoluogo della Val di Cornia, è conosciuta soprattutto come porto e città industriale, ma conserva al suo interno un centro storico ben restaurato, con edifici medievali e rinascimentali.
Sono in particolare da segnalare:
  • Piazza Bovio: La Piazza Giovanni Bovio è un esempio unico nel suo genere di piazza protesa sul mare quasi a toccare l’Isola d’Elba, interamente costruita su uno sperone roccioso. Da qui così come dal vicino viale del Popolo lo sguardo spazia sulle Isole dell’arcipelago Toscano dall’Isola del Giglio a Montecristo, Capraia e la Corsica. Il palazzo dei principi Appini si trova all’ingresso della piazza Bovio, in attesa di restauro, fu residenza signorile quattrocentesca è oggi sede dell'Istituto di biologia ed ecologia marina dove si può visitare l’Acquario Mediterraneo alimentato direttamente con acqua marina.
  • La concattederale di S. Antimo: Edificata nel 1377, si qualifica da sola, per la ricchezza dei suoi contenuti, in vero e proprio museo. Presenta una facciata in mattoni con portale e lunetta mosaicata di scuola vaticana che raffigura S. Michele Arcangelo. contiene pregevoli opere di Andrea Guardi come ad esempio il bellissimo Fonte Battesimale in marmo del 1470 ed alcuni sepolcri degli Appiani, principi di Piombino. Annessi alla chiesa sono il chiostro rinascimentale, opera di grande rilievo con loggiato in marmo anch’esso attribuito ad Andrea Guardi (seconda metà del XV sec.), e il museo civico di arte sacra, che ospita manufatti marmorei e lignei, dipinti (pale provenienti da Populonia), antichi ostensori, calici, reliquiari ed oreficerie.
  • Il castello: La sua storia riflette al storia della città; infatti il suo aspetto attuale è il risultato di più fasi costruttive comprese tra il XIII ed il XIX secolo. Si tratta per lo più di una fortezza Medicea costruita intorno al “Cassero Pisano” del 1236 che fu l’antica porta est della città. Destinato a luogo di detenzione dopo l’unità d’Italia, mantenne le funzioni di carcere fino al 1960. il Recente restauro terminato nel 2001 permette oggi una lettura chiara delle varie stratificazioni edilizie succedutesi nei secoli. All’interno è allestito il “museo del castello e della città” che illustra al pianterreno la sua storia attraverso un percorso didattico. Al primo piano vi è un esposizione di reperti ceramici e metallici (databili dal XIV al XIX sec.) rinvenuti durante lo scavo archeologico organizzato all’interno dell’edificio in fase di restauro. Al secondo piano invece è organizzato il centro di documentazione sulla Resistenza in Val di Cornia nel XX sec. Infatti la città di Piombino, insignita nel 2000 di Medaglia d’Oro al valor Militare, fu protagonista della battaglia contro gli occupanti nazisti del 10 settembre 1943.
  • Il Rivellino: L’antica porta a terra della città, detta anche di Sant’Antonio è il monumento più antico di Piombino edificato nel 1212, unica testimonianza dell’età comunale. Nel 1447 vi fu costruito il massiccio rinforzo semicircolare, “il Rivellino”.
  • La Chiesa della Misericordia: E’ una chiesa per così dire minore, con impianto risalente al XIII sec. ci appare nella sua attuale formulazione risalente al XVI secolo. All’interno è custodito un crocifisso ligneo del XV secolo.
  • La Cittadella: Complesso architettonico costruito nella seconda metà del XV sec. voluto come dimora principesca dalla famiglia Appiani ad opera di Andrea Guardi per volere di Jacopo III d’Appiano in quella che poi divenne una sorta di acropoli cittadina. Oggi sono ancora visibili:
  • la Cisterna: Esempio in marmo di arte quattrocentesca fa parte del complesso architettonico della Cittadella, è opera del Guardi ha sui lati v volti dei principi Jacopo III la moglie e il figlio.
  • la Cappella della Madonna: Opera insigne del Guardi nacque come cappella signorile in stile rinascimentale con decorazioni tardo gotiche contiene oltre alle sculture dell’artista una immagine della Madonna col Bambino in terracotta policroma di scuola Robbiana.

L’edificio prospiciente la piazza di fronte alla cappella ospita il museo archeologico del territorio di Populonia. Inaugurato nel 2001 è allestito con oltre 2.000 reperti che documentano in un percorso didattico-scientifico la storia degli insediamenti umani del territorio dalla preistoria, al periodo etrusco (qui ben rappresentato) al tardo-antico.

  • Le mura di cinta leonardesche: Nel secolo XVI Piombino fu cinta di mura che collegarono precedenti torri isolate cingendo quello che oggi è l’attuale centro storico, raggiungendo la Cittadella dei Principi Appiani. Di questa cinta ne sono rimasti esempi ancora visibili in via Leonardo da Vinci, vicino alle fonti dei canali di Marina, in Piazza Bovio e in via della Rocca sul lato mare dietro il museo archeologico di Cittadella.
  • Il porticciolo di Marina: Le fonti dette anche delle “serpi in amore” come ricorda il bassorilievo di due rettili uniti per la testa, è opera probabile di Nicola Pisano del 1247; L’acqua fuoriesce da cinque bocche decorate da teste animalesche in marmo e serviva in passato per l’approvvigionamento delle navi antiche che riparavano nel piccolo porticciolo di pescatori antistante. Fino a tempi recenti ritrovo dei pescatori che sulle balaustre riparavano e tendevano ad asciugare le loro reti fino ad occupare l’attigua Piazzetta dei grani. Il porticciolo di Marina è stato scelto come sfondo per il film "N" di Paolo Virzì.

Il principato di Piombino

Situata sull’estremità meridionale del promontorio omonimo, la città si sviluppò intorno all’XI secolo in seguito alla distruzione di Populonia. Passata poi sotto il dominio della Repubblica marinara di Pisa che ne fece un’importante base marittima, fu dominata da diverse famiglie signorili. La casata più importante è stata sicuramente quella degli Appiani, che la dominarono per circa seicento anni, fondatori del Principato di Piombino nel 1594, chiamarono alla loro corte artisti insigni come il Guardi per abbellire la città, o come Leonardo da Vinci che, agli inizi del 1500, vi realizzò disegni e progetti oggi conservati a Madrid.
I
n seguito all’invasione napoleonica Piombino fu annessa all’impero Francese e quindi governata da Elisa Bonaparte (sposata Baciocchi) e sorella di Napoleone (Principato di Lucca e Piombino 1805-1815) che fece vivere alla città un periodo di grande splendore tanto da
attribuirle l’appellativo di “Piccola Parigi”. Con il tramonto dell’epoca Napoleonica scompare lo stato indipendente. Dopo l’annessione al Granducato di Toscana (1815) seguirà le sorti della Regione registrando un rapido sviluppo economico agevolato dalle bonifiche della Maremma (1828), e dalla nascita dell’attività siderurgica che oggi sta lasciando il posto allo sviluppo del porto regionale marittimo per l’arcipelago e al turismo.

Eventi e Folklore - Comune di Piombino -

Le manifestazioni di folklore si ispirano in particolare alla gastronomia:

In Estate viene organizzata la “Sagra del Pesce” tradizionale sagra gastronomica con la tipica enorme padella che frigge il pesce sulla bellissima piazza Giovanni Bovio, una terrazza panoramica sull'isola d'Elba e sull'arcipelago Toscano. Fuochi artificiali finali

Altra manifestazione eno-gastronomica è “Agosto con Gusto” appuntamento con la cucina tradizionale ed i vini locali. Il lancio, avvenuto per la prima volta nell'estate 2001, della manifestazione Agosto con Gusto', ha iniziato a Piombino un processo, specificamente organizzato, di valorizzazione delle risorse enogastronomiche del territorio, che si va dimostrando sempre più indispensabile in una moderna offerta turistica. Per tre giornate, corrispondenti al primo week-end di agosto, nella splendida cornice del Castello recentemente restaurato e del centro storico piombinese sarà possibile gustare i prodotti della terra toscana ed in particolare della Val di Cornia. L'organizzazione del Comune di Piombino (tra le cooperazioni si sono alternate Slow Food, l'Associazione Nazionale Città del Vino ed il Consorzio Strade del Vino), presenta l'evento come un incontro con i vini ed i prodotti tipici della Costa degli Etruschi.
I protagonisti indiscussi di questa kermesse del gusto sono, infatti, i vini, gli oli da assaggiare sotto la guida ed il consiglio di esperti. Nelle ultime edizioni si è voluta anche la presenza di un altro prodotto, strettamente legato alla tradizione della città di Piombino, come il pesce azzurro, una volta assiduo frequentatore della cucina dei poveri ed oggi riscoperto come un piatto di gran classe di notevoli qualità organolettiche e dietetiche.

Il 21 Giugno "Solstizio d'estate" una passeggiata gastronomica nei ristoranti del centro storico.
Il 22-23 Giugno "Rievocazione storica" sfilata con spettacolo in costume e Falò di San Giovanni nel centro storico.

In primavera invece si effettua “La sagra del carciofo” nella frazione di Riotorto.

Da segnalare il mercato settimanale del mercoledì e quelli del secondo week end del mese dedicati ad una vasta gamma merceologica e la presenza del centro commerciale naturale “Centocinquanta vetrine”.

All'Isola d'Elba è attivo il servizio di noleggio Scooter e E-Bike

Per coloro che in vacanza non amano usare l'auto e vogliono godersi a pieno la natura, all'Isola d'Elba è attivo un nuovissimo s...